Quarta pubblicazione, questa volta con Eretica Edizioni, per la loro prestigiosa collana di poesia “Quaderni Di Poesia”, caratterizzata da un colore rosso vivo e da una copertina che ricorda le “bianchine” di Einaudi. Il libro è disponibile sul sito di Eretica, con spedizione gratuita e scontato, e dal 12 dicembre 2023, in tutti gli store on line e nelle librerie.

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https://www.ereticaedizioni.it/prodotto/luca-mazzocchi-il-minimo-del-mondo/

“Fare poesia è accorgersi delle minuzie della vita, delle cose che spesso stanno in disparte, sbracciandosi appena per farsi notare, nella loro solitudine garbata. “Il Minimo Del Mondo” si occupa di loro, cercando di dare dignità a uno sguardo, a un gesto, a un camminare o a un’assenza. Invita proprio all’accorgersi, fra il feroce rumore di fondo, di quest’altro mondo silenzioso che tanto può dare alla nostra esistenza, spesso faticosa e distratta. E’, d’altro canto, il lavoro profondamente umano che la poesia, oggi, dovrebbe sempre riuscire a fare.”

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Chorus #2224

Pubblicato: 10 Maggio 2024 in chorus

La mia vita è cominciata con la morte: – mi ha subito portato – lontano da te – ha detto cruenta – tu resta e tu muori. – Incolpevole quindi – il nuovo rinascere – il restare, sì, ma il vivere: – da quel fumare di corpi – da quelle buche di luce – io sono venuto a te – difettoso. – Ho preso tempo – ho attraversato i campi: – ceste e ceste di frutti – e d’estati. – Ho preso tempo – per raccogliere di te – anni e ancora anni – da dove io sono morto – ma ancora vivo.

L.

Chorus #2223

Pubblicato: 6 Maggio 2024 in chorus

Oggi non mi veniva un nome: – ronzava ronzava – come una di quelle vespe – che ti entrano in casa – e tu muovi la testa cercando – il luogo della sua curiosità. – Esattamente – le lettere a una a una – sfumavano da semaforo a semaforo: – ho pensato che forse – inizia così – il dimenticarsi tutto – la prima radice del buio. – Tu pensa – se dimenticassi il tuo nome – per sempre – e a poco a poco – rimanesse soltanto – quella cerniera a metà schiena – sotto le scapole – di una sconosciuta.

L.

Chorus #2222

Pubblicato: 5 Maggio 2024 in chorus

L’alta scultura d’erba – nell’orda gialla del tarassaco: – questo fu maggio – e furono così anche le sere – tiepide e ronzanti – sotto l’olivastro occhio – delle chiese. – Tace ancora affranto – come un dorso di mulo stanco – il refolo di prato che resta: – di tutto ho un ricordo muto – uno straziarsi di segni – d’alberi e case venute su – dall’addiaccio accanto. – Pare già giunto il tempo – d’un maggio altro – di un diverso sacrificio: – laddove cademmo in ginocchio – ora vige l’occhio apatico del sole. – Solenne la macina urbana – tritura le nostre ossa: – maggio ha perduto – l’umanità delle parole – e dove stava il tarassaco – s’immagina una fossa.

L.

Chorus #2221

Pubblicato: 4 Maggio 2024 in chorus

Dondola – sottobraccio – la felicità; – l’altalena degli omeri – vicino vicino – ai nostri corpi; – saltano le chiuse – spavalda ferramenta – di mani e di ventri; – il ti amo è un arzigogolo – caduto nella gola – fra un bicchiere e l’altro; – la primavera è un croupier – che ci serve le rose – dal boschetto di maggio; – lo stomaco è una farfalla – una sola – che morirà all’alba; – di tutto questo – il sogno – fa un falò di bruxismo; – non siamo mai stati – a braccetto – sulla sommità di un vulcano.

L.

Chorus #2220

Pubblicato: 3 Maggio 2024 in chorus

Una fotografia di Pasolini – non gli si vede quasi il volto – gli occhiali scuri – e l’ombra della mano – aperta in alto – come per sottolineare un discorso: – ogni grana di luce scompare – dove c’erano zigomi e bocca. – E’ notte – è sempre notte – sul suo volto – e sul mio – e sul nostro – e sull’Acropoli desolata – del mondo – che stinge all’orizzonte: – che stavi dicendo PPP – perduta ammonite – carbonio – strato su strato – di tutto quello che abbiamo perduto – e non ritroveremo mai più.

L.

Chorus #2219

Pubblicato: 1 Maggio 2024 in chorus

Dove il sole a picco scrutava – sulle doghe dei tavoli – (sulle assicelle da zattera) – tu restavi pigra e distesa – in una giovinezza lancinante – dolcemente spoglia alla nuca – i lunghi capelli in una crocchia – e d’intorno l’avvampare dei prati – l’orbita infinita dei platani – sull’arrossire nascosto – dei muretti di mattoni. – Dunque il chiodo cristianamente – ti trafigge qui – esattamente nella caldana del ricordo – creatura illustre – lucertola bianca d’amore e di niente – controfigura di Dio – beato controcanto – in un’estate che fu.

L.

Chorus #2218

Pubblicato: 29 aprile 2024 in chorus

Perdura l’urlo – tutto urla – il mondo è un urlo – tigri – tigri affamate – attraversano i parchi – i discount – le fabbriche – le piazze – vanno avanti e indietro nelle chiese – negli stadi – nelle caserme – nei notiziari – salgono lungo le strade – con le zanne offese dalla luce – tante da qui le notti – accavallate come i nervi delle mani – tu saltami dentro al petto – come un verme – come un’autopsia – butta nel secchio ciò che resta – un po’ di sole – nessuna vergogna – una decina di nomi – sottolineati in rosso.

L.

Chorus #2217

Pubblicato: 28 aprile 2024 in chorus

Il sogno fustiga il mio corpo – come se io non volessi confessare: – da quegli spettri – si sfina un argento caustico – il bianco della luce – che divora la carne. – Non è bastante – il chiodo del sole – il crepare netto – dall’alba al tramonto: – l’amo dell’ora – ripesca relitti – dal fondo nero del tempo. – Se da qui – iniziava una città – ora barcolla un eremita – da ogni davanzale: – trotta un cane – lungo il muro di cinta – il canto della solitudine – gli fa spalancare le fauci.

L.

Chorus #2216

Pubblicato: 27 aprile 2024 in chorus

Ansima come un pendolo – ticchettando – la stufa ancora – e di grazia – s’accomiatano nuvole bianche – spargendosi in – un baratro d’azzurro: – il lungo ponte dei mesi – è sopra di me – le larghe campate dei giorni – mi tolgono luce – la terra sgorga dall’abisso – dentro cui ho riposato. – L’aria stenta a farsi più calda – le risate dei ragazzi – muoiono dietro i vetri – le mani quelle no – le mani s’arricciano nei grembi – nuovi nidi – per le giovani rondini.

L.

Chorus #2215

Pubblicato: 26 aprile 2024 in chorus

Si straccia l’eterno – in un’arguzia di mani – che a due a due – fanno e disfanno – le ombre sul viso: – i promontori delle carezze – l’onda curva dello sfiorare – il pizzicare come piccoli becchi – gli angoli remoti degli occhi. – Catarsi di gioia – entro cui il tempo – smarrisce il suo disossare. – Dove s’indolora il giorno – ecco le dita a suturare – ago e filo d’un tempo d’amore – ago e filo nel crepuscolo serale. – Tanto è triste – questo restare – tanto è gloria e sorriso – il tuo dolcissimo solleticare.

L.