La pagina 108 non fa parte dell’anteprima del libro. Ora non saprò che faccia avrà fatto quando l’ha tirato fuori e lei si è rimessa le mutandine viola e tutte le estati morivano, così pare, in una sola notte di calore improvviso, in un bagliore, come a Hiroshima, con quelle forme grigie, mezze uomini mezze urla, a rimanere nascoste dietro i paraventi delle sue mani, unghie rosse e un enorme culo bianco come neve caduta da un tetto. Plof. Nel silenzio delle tre. Uno scroscio d’acqua in un bidet d’altri tempi e uno sguardo dalla finestra sulla notte gelida. Devo andare e la lamiera che si contorce nel lucido pensare del metallo. Uno sbuffo bianco dai camini. Il detrito di un corpo raccolto dalla pala delle scale. Una sirena, forse un incidente nel nevischio.
L.