Il respiro calmo fra le tue labbra, come un addio. Una partenza. I tuoi solitari occhi scuri sul finire di Gennaio. Gatti sotto la neve, terra nera che ingoia vermi radici cadaveri e gramigna. Alberi morti che pregano il cielo di farla finita, di farla finita. Tamburi. La nuvola dei tuoi seni nel bianco cielo di una stanza deflagra nel sole, dove prima eri tu e ora stanno libri, legna da ardere e vestiti. Fiamme d’incendio mi divorano come vecchie travi di una chiesa. Alto all’orizzonte, il fuoco. Nessuno s’avvicina fra gli stretti sentieri. Si arde, si arde, fino alla prima pioggia d’estate. Cenere rimane sul tuo molle ventre & mani & mani & sui tuoi rimpianti lontani.
L.