Archivio per marzo, 2012

Chorus #68

Pubblicato: 24 marzo 2012 in chorus

Il respiro calmo fra le tue labbra, come un addio. Una partenza. I tuoi solitari occhi scuri sul finire di Gennaio. Gatti sotto la neve, terra nera che ingoia vermi radici cadaveri e gramigna. Alberi morti che pregano il cielo di farla finita, di farla finita. Tamburi. La nuvola dei tuoi seni nel bianco cielo di una stanza deflagra nel sole, dove prima eri tu e ora stanno libri, legna da ardere e vestiti. Fiamme d’incendio mi divorano come vecchie travi di una chiesa. Alto all’orizzonte, il fuoco. Nessuno s’avvicina fra gli stretti sentieri. Si arde, si arde, fino alla prima pioggia d’estate. Cenere rimane sul tuo molle ventre & mani & mani & sui tuoi rimpianti lontani.

L.

Chorus #67

Pubblicato: 19 marzo 2012 in chorus

E’ come se fosse crollato qualcosa all’ improvviso. L’ asse portante di una galleria, un fallout secco e polveroso nel rigurgito del buio. Non può che essere così. Mi ritrovo senza voce alla vita. Mi ritrovo ad odiarvi tutti quanti. Così, con tutta la mia libertà e la mia bellezza. Così, con ancora il languido pallore della tua pelle. Quale diavolo di schianto amore spacca lacera morde quei giorni andati? E’ possibile essere qui in ginocchio ad invocare il mare, una strada, una distesa di fiori splendenti, un corpo amaro e sfolgorante? Quale mistero. Quale fiume rugginoso, storpia curva d’ acqua ormai siamo. Perdonami i miei occhi belli, unica forse lacrima viva nel deserto di questi giorni di vento e di sale.

(forse il tuo corpo sbattuto come vela, sfatto d’ amore, sulla mia bocca, aperta, forse era la sola vita stanotte, o mai?)

(10/01/2007)

L.

 

 

Klaus Kinski’s Blues

Pubblicato: 18 marzo 2012 in Blues

A Kinski/Aguirre, ebbro e pazzo sul fiume della vita, fra le gambe peruviane e la morte e l’Eldorado. Qui mi rinchiudo con fragore di cardini o crolli di dighe, nell’ irraggiungibile eternità della mia solitudine. Qui giaccio.Piegato come un giunco, spezzato come una mano. Non più le mie dita sulla tua vulva fiorita. Non più a segnare il piacere con fendenti di Luna, abrasioni di buio e schiaffi di sperma. E’ una lenta pazzìa dolorosa, un frinire di timpani. Zero termico. Mi elevo su argani mobili, vecchio e inutile imperatore. Sto su. Sopra il morbido doloroso dell’Amore. E disegno una bocca. Un grande sorriso. Una rosa rupestre. Nel silenzio solo gli animali sognano. E le pagine dei libri chiusi. Le rive sfumate sono campi di fiori. Il tuo piacere sulle mie dita, inutile e volgare.

(08/01/2006)

L.

Warren Zevon’s Blues

Pubblicato: 18 marzo 2012 in Blues

Lei si sedette su una panca che la rendeva ancora più alta, appoggiò i gomiti sul tavolo di legno scuro e lo guardò sorridendo. Lui non capiva come diavolo aveva fatto ad averla lì col suo sguardo dolce e il pendaglio che le scivolava verso il seno. Un leggero abito blu e la sua spaventata euforìa. Ho dimenticato di togliere gli orecchini che mi ha regalato lui, le disse, non importa, sai, per me è già splendido averti qui con me, le rispose con alle spalle il sorriso della vita. Ci furono parole, della birra, sicuramente la fumosa umanità della sera, poi le sfiorò le dita e lei strinse gli occhi lasciandolo nel limbo di un’ identità imprecisata. Gli piaceva quando sorridendo, gli occhi le si allungavano e sembravano precipitare dentro di lei, lasciando solo la luce sul suo volto. Uscirono nella sera. Lei era un po’ goffa sui suoi tacchi inopportuni. Forse nessuno dei due era veramente se stesso. La buona sorte aveva già dato troppo, pensò. Una lieve scossa di terremoto che fu avvertita solo ai piani alti e dalle anime più sensibili. E una finestra illuminata sopra di loro con una canzone, “Carmelita”, che cadde come un vento caldo, addosso alla loro impellente felicità.

(11/07/2005)

L.

Chorus #66

Pubblicato: 18 marzo 2012 in chorus

Quella luce bianca non era che altra mano fra le mani & una tenda aperta dal vento & un po’ di sole & nuvole scaraventate come navi contro le cime bianche & bianco bianco era il tuo corpo nel doloroso schianto pallido delle mie ginocchia & occhi & coscia contro coscia & estate & quel crepitare (fuori) quel bosco (dentro) quell’aggrovigliarsi come il fumo fa col cielo & incendi & rosse fiamme alte precipitate giù da quelle strade misteriose che giravano attorno & lenzuola sfatte & bivi incroci scelte & silenzi & quei silenzi nel rivestirsi assente & lo sguardo immalinconisce sul bianco della tua schiena curva & campane a festa sulla piazza sotto & ti porgo un fiore colto a caso fra i gatti e il geranio & tutto sembra andare bene & la morte dovrà aspettare ancora un po’ & amore.

L.

John Berryman’s Blues

Pubblicato: 11 marzo 2012 in Blues

John Berryman, piombato giù da un ponte, a Minneapolis. E qui neanche un libro, una poesia, un verso salvato alle fiamme. La bocca nera del Mississippi inghiotte poeti & impiegati di banca & casalinghe & ninfomani & bambini & lecca-lecca & piccoli uccelli che sognano. Oh, il magro cielo del Minnesota stretto fra le  acciaierìe e le Buick! Quella lunga poesia americana intrappolata fra  i campus e le strade. La pazzìa delle mattine di neve. Le urla e gli addii. E la calma delle parole. Quegli anelli di fumo con cui agghindare caviglie & giovani donne & l’amore & qualche orgasmo sparso sulle Avenues. Foglie in autunno e gli alberi che ti gridano “non andare! non andare! non fare! non morire!”. Oh, John Berryman, solitario fra la tua barba & morte & bottiglie & fra poco infilzo il sole con le tue parole. Ti vendico in Washington Avenue spezzando cuori, prima di arrendermi al suicidio, alla luce della solitudine.

L.

L’Animale Del Tuo Amore

Pubblicato: 4 marzo 2012 in Poesia

I miei occhi
di fango
serrano
l’animale
del tuo amore

scalcia
muto
scalcia
perduto

la sua tremenda
ganascia
morde il creato
fa sanguinare stelle
rovesciato

volta
i suoi occhi
d’acqua
vuote grotte

altra terra
svelle
nero nella notte
smuove

l’animale del tuo amore
che lentamente
muore.

L.

Chorus #65

Pubblicato: 4 marzo 2012 in chorus

L’acqua delle tue braccia sul tramonto di Marzo svapora grigia all’orizzonte & arremba ai declivi della collina fra il rosso delle vie e i cani e i gatti & fa chiasso tra i filari di alberi – bambini a Carnevale – & i cerchi dei passeri sfumano sui tetti nel ricordo del giorno. E’ appena possibile uno sguardo, ora. La tua mano spinge più in là la luce e la pena. Getta l’ombra sulle cose come un’onda. Come quando la portavi accanto agli occhi nei giochi dei giardini. Nei lunghi ritorni della sera si cantava. Trafitto è tutto oramai – sole amore speranza – da un turbine d’autunno: alla nuvola do il tuo nome in attesa che svanisca come fumo.

L.

Chorus #64

Pubblicato: 1 marzo 2012 in chorus

L’amore ti tiene lontano da qui. Non segue la follìa della folla, le barricate, gli incendi, le risate, gli abbracci. E’ come se ti donasse albe perfette e lunghi tramonti arati dai rimpianti. Ti isola nella tua nuda bellezza. Ti fa d’oro come la tromba di Miles Davis che precipita in mare. Nasconde il tuo volto nell’ombra del dolore come un cappello portato male. Ma in fondo al viale sorridi. Accarezzi gatti nei tuoi nuovi vestiti colorati. E sento i tuoi passi allontanarsi, aperti come rossi orologi di Dalì. L’amore ti tiene lontano da qui. Abbraccio il mio cane nella morsa del buio, per non morire, per non morire.

L.