Mentre t’aspetto, l’ancora ferrosa del mio corpo penetra la terra come un mare, sotto abissi e abissi di germogli, nelle correnti terrose di radici. Sopra, il buio viola dell’ora tarda quando ancora impazza il sole dietro ai monti. La pietra pesante delle mie mani che spezza ciò che di tenero ha l’anima. Si elevano allora colline, spianate, nuovi sentieri si scavano nelle lunghe notti, gli aratri hanno bestie inumane a condurli. Mentre t’aspetto, il mondo capovolge l’acqua e la terra, come in un gioco di vetro. L’universo si tramuta in onda, ogni stella in pesce e cade ogni volta nella rete del cielo. Trasmuto nelle attese, una volta ombra, lama o squarcio, un’altra, canto, vento, acqua ribaltata, pioggia inversa. Attesa.
L.