Archivio per Maggio, 2021

Chorus #1533

Pubblicato: 30 Maggio 2021 in chorus

Spaccando la pietra – nel futuro – ti troveranno come un’ammonite – la spirale della bocca – identica alla luce – e il guanto del calcare – a tenerti sollevata – nelle teche dei musei futuristi. – Gentile e immobile – pesce preistorico di rivoluzioni geologiche – sotto ai laser e agli sguardi – arrossirai nella tua sabbia – agli indici curiosi. – Corpo incline all’amore – tracotanza di seni – serpeggiare di vertebre: – che cosa dirà – infine – la didascalia? – Poco importa – perché ancora il carbonio delle mie ossa – avrà l’amalgama di te – e la tua impronta.

L.

Chorus #1532

Pubblicato: 28 Maggio 2021 in chorus

Tento – in questo modo – di fuggire al caos – all’incontrollata agonia costante – dallo spasmo – sulla fòrmica – della zanzara – alla nuvola barbuta – al guinzaglio lungo dei cani – ai dehors e ai loro principianti; – si toglie di me – anche l’ombra – dal conciliabolo di ogni cosa: – che mi si dimentichi in fretta – e si passi oltre! – Sta nella chimica del sangue – il tornare nulla – niente – in una meticolosa epistassi.

L.

Chorus #1531

Pubblicato: 25 Maggio 2021 in chorus

Ricominciano a filtrare i suoni – come luce presta. – Digrignano i perni – nella sera tarda – sopra i colli di maggio – che lentamente s’allontana. – Prima uno poi l’altro – i cancelli si schiudono – le finestre s’ammezzano – davanti alla gloria del buio. – Si ascolta e si aspetta: – il giorno è trascorso – anonimo è stato il cuore – inutile la fatica. – Il pianto di un cuculo – si dispera del niente – fronde e fronde – s’accapigliano nel vento. – Dice – il metallo – d’una percossa; – il tintinnare di posate; – lo scarico – lontano – di una motocicletta.

L.

Chorus #1530

Pubblicato: 24 Maggio 2021 in chorus

La signora anziana del piano di sotto – stava sulla soglia di casa – la bomboletta del ddt in una mano – con la cannuccia arancione pendente nel vuoto – fermati – mi disse – voltati verso il muro – e dimmi che cos’è quello – è un ragno? – E’ UN GROSSO RAGNO?! – no – le dissi – è un’ape morta – dentro la bava scura di una ragnatela – (aveva le ali spalancate come zampe) – sorrise – dietro di lei il buio dell’appartamento – nell’aria il forte odore d’insetticida – che aveva già sparso – per praticità – per sicurezza – per cattiveria. – Richiuse la porta – l’insetticida mi raggiunse fino all’ultimo piano – i ragni se la godevano da tutt’altra parte – aspettando la notte – per fargliela pagare – nella sterminata solitudine delle api – e degli uomini.

L.

Chorus #1529

Pubblicato: 22 Maggio 2021 in chorus

Eccomi lì – su un’automobile – (lato passeggero) – verso mezzogiorno – completamente scarmigliato – esausto – a contare i nei sul tuo collo – sulle tue spalle – per non vedere l’elefante del mio fallimento – muoversi in una foresta di cardellini. – Eccomi lì – a spingere aria dalla faringe ai polmoni – la fisarmonica del corpo – suona nell’abitacolo – la canzone malconcia del mendicante. – La ciocca viola dei tuoi capelli – cade come un tronco reciso – sul tuo viso d’acqua – e fa della tua bocca – il vortice cupo di un sorriso. – Taglia – il sole – l’ultima destinazione: – l’onda della luce – sopra la terra del buio.

L.

Chorus #1528

Pubblicato: 21 Maggio 2021 in chorus

La sera è gentile – la luna un boccaglio. – Tutto transita in cielo – danzando. – Un gruppo di ragazzi – festeggia un compleanno. – La soglia dell’estate – ha una lievità di strade. – Qualcuno passa – e indica – nella piazza – l’ombra fugace di un gatto. – L’obelisco e i paramenti azzurri; – la vita sguscia dalla morte – dietro gli ossi bianchi della chiesa. – Si disperdono le ultime grida della festa: – a domani – si dicono urlando – che batte l’ora dell’adesso – del rientrare nelle case – trasognando.

L.

Chorus #1527

Pubblicato: 18 Maggio 2021 in chorus

Dice Seamus Heaney – dell’arare un campo – e di suo padre – che ribaltava le zolle di lato – e così penso a mio padre – ai nodi del legno – che incupivo di chiodi – non sapendo altro che il martello – nelle sere d’autunno – ragazzino di cento meraviglie – di colla e ragnatele – e l’ombra sua dietro ai grandi vetri – le sedie scuoiate – a gambe all’aria – nella precisione dei tasselli – e pochi i gradini – che davano sul campo sottomesso alle stagioni – sull’evanescenza morbida dei gatti – sul calcare del sole – e il daffare delle vernici – quel profumo che delle ossa – ha fatto radici – e dell’oggi – non rimane che una grana – di fiori morti e croci – e se barcolla – di Heaney il suo ricordo – così la calce bianca – deterge i giorni lieti – del tuo frassino – e dei vigneti.

L.

Chorus #1526

Pubblicato: 16 Maggio 2021 in chorus

S’imbraga di parole questo tempo – le tue le mie – quelle di una volta – quando sedevamo sereni sui muretti – e di foraggio – il cielo – era pieno. – Emergono dal fondo della terra – con un culmine di carapaci – ritornando – da un letargo nodoso di radici. – Tutti noi siamo – quel desueto linguaggio – l’atemporale parola – che dici e non dici. – Che altro – di noi – rimane – se non la lingua santa – gettata nei cortili – come un sasso? – E’ stupefacente sapere – che la nostra carne – è maturata come un albero da frutto – e la primavera – ha un lessico di foglie nuove: – la verde chioma delle parole.

L.

Chorus #1525

Pubblicato: 15 Maggio 2021 in chorus

Io scompaio – nel simil mondo del sogno – nel vetro buio – entro e trapasso. – Non c’è più tempo – per ciò che non sono – è terminata l’ora – e da molto la città è estranea. – Si stringe la gola – semmai – nell’incespicare dell’aria – le vene sono vuote – straripano di niente. – Non s’accoda ancora – il muscolo del cuore – e nelle porte chiuse – s’imbarbarisce – si consuma. – Ti dono quell’altro – l’uomo che non sono – che io ho la valigia pronta – il letto rifatto – la strada scura.

L.

Chorus #1524

Pubblicato: 14 Maggio 2021 in chorus

La sorpresa di una pioggia – sull’affabilità delle chiome – e dunque gli imbuti dei bivi – tracimano benzene – scalpitando. – Si secca il temporale – sopra il primo casolare – come urtando le baionette dei balconi – le Madonne votive – i pozzi – le lenzuola ad asciugare. – Tripudia la pianura – alla vittoria angusta dei lombrichi – allo scodinzolo del lumacone – al rivo che ingrassa – alla passiflora. – Si taglia in due l’assenza – nel girovagare casuale della sferza: – imbecille è la finestra – che tutto mostra – agli occhi infelici – la pioggia – il vento – la frusta.

L.