Archivio per giugno, 2022

Chorus #1788

Pubblicato: 29 giugno 2022 in chorus

Come facciamo – dico fra me – a dirci ancora – la mattina – parole di speranza – a preparare colazioni perfette – i biscotti al burro – la marmellata – il caffè – la cucina intinta nel sole – come facciamo – per Dio – a insaccare le nostre ossa – una ad una – e sorriderci – con i nostri corpi lunghi – distesi come gatti – che a giungere a sera – è una follia – è un brandire la spada – alla testa degli eserciti – e acqua sporca – stagnante – nei canali.

L.

Chorus #1787

Pubblicato: 28 giugno 2022 in chorus

Esiste anche per me – lo svago del pensarti. – Senza più stanchezze – lucidamente – come fa un albero maturo – nella gioia piena dell’estate. – Esiste anche per me – una certa tenerezza che rimesta – il fondo agro del ricordo. – Cominci – dove si consuma il giorno – nato cento anni prima – e se io posso contarti ancora – le minuzie del corpo – tu vivi e resti – nel setaccio della pioggia o del sole. – Ho anch’io – un abuso di cuore – una stravaganza di pensiero – un allattarmi al tuo seno – fragilmente – come un infante.

L.

Chorus #1786

Pubblicato: 26 giugno 2022 in chorus

Tu che insegni a scrivere poesia – sei un truffatore. – Il metodo – il ritmo – la parola – la retorica – il leccarsi il culo a vicenda – il cerchio magico. – Confindustria della poesia – lobbies – gli elevati al cielo – i ciarlatani. – I compiti a casa – nelle stanze a volte settecentesche – dove rimbomba il vuoto e l’assenza. – La pioggia – il sole – l’amore – e il ricordo: – dall’utero di Leopardi – nascono poeti morti – rantolanti nel buio. – La poesia – è il biancore morbido delle tue natiche – quando scivolano nel letto – tutto il resto è uno spergiuro – e una maledetta sciagura.

L.

Chorus #1785

Pubblicato: 25 giugno 2022 in chorus

Se è questo che rimane – per il branco delle stagioni – allora la carogna del corpo – sfama. – Così la parola – insapora le ossa – per i denti d’autunno – che avrà gli stomaci vuoti. – Di ciò si vive – come nei macelli – ringhiando sulle passerelle sanguinose. – Prima te e poi quell’altro – e l’altro ancora – dentro i capanni dell’inverno ingrassiamo – per la mattanza della prima primavera. – A questo porta – la morte in vita – la segaligna bianchezza – di questo sonno sudato.

L.

Chorus #1784

Pubblicato: 24 giugno 2022 in chorus

Dal bordo delle cose – balena la mia libertà: – a lampi spaventosi – giganteggia negli abissi – e negli occhi alzati al cielo – la nuvola sbiancata – strappa il nero profondo. – Dall’ora mansueta – provengono tutti gli affetti – e lo spettacolo del disperdersi – regna ovunque. – Che grande stupore – da dietro il corpo che dorme – la linea netta della fuga – e dello spazio. – Ho terminato il sangue – alla corona del mio cuore: – resta la strada – l’andare – il capoverso del perseverare.

L.

Chorus #1783

Pubblicato: 22 giugno 2022 in chorus

Mi contrappunta la delusione – come una voce dal coro – più alta. – Agito il sarcasmo come una clava – e l’aria pullula di vecchi rumori. – Primitivo e maldestro – taglio gli atri e i portoni – come una pioggia calda – caduta di traverso. – Tutto questo – scomparirà in una fiammata – eppure si piantan lingue – nelle penombre degl’inguini – e strofe aperte come carte di gelati – lasciate ruzzolare nella piazza – come animali sventrati. – L’omicidio suicidio – è il nuovo Mein Kampf.

L.

Chorus #1782

Pubblicato: 21 giugno 2022 in chorus

Mi batte la fronte – sul palmo della mano – nell’accecato giorno dell’estate – dove il turbine dei morti – trascina il mio corpo – nel fondo dell’erba – nella solitudine del bosco. – Da qui passavamo – con la damigiana sulle spalle – e di contrabbando – sul rigoglioso limo del torrente – era ogni cosa – dal vino -all’esperanto dei castagni – alla rosa. – Facile era l’ora – distesa e ventosa – e grezzo il monte – scaricava le acque dell’inverno – in una cascata vorticosa. – Desolato sta – ogni rigagnolo di vita – e abnorme l’addio – dentro di me – s’avvita.

L.

Chorus #1781

Pubblicato: 19 giugno 2022 in chorus

Per quanto – nella luce che diventa sera – il petto mi si strozzi – e io sembro affogare – nel mare calmo della stanza – tu resti materia e brace – carne e fuoco – presenza d’umidi venti – che tacciono il mondo – da una finestra all’altra – e dove si dispera il mio sangue – costretto al rigurgito del cuore – poni la tua invisibile mano – e mi guardi – con i tuoi occhi di bellissima speranza – allora questo mondo che più non amo – ritorna lieve – tutto gentilezza di dita – e baci – in spiritica danza.

L.

Chorus #1780

Pubblicato: 18 giugno 2022 in chorus

In otto secondi – se tranci la giugulare; – una decina di minuti – se fai le cose per bene – con la cravatta e l’iniezione giusta; – una decina di secondi – immagino – se salti da un quarto piano – (ma non c’è garanzia). – Siamo sta cosa qui – né più né meno – abbiamo la porta sempre aperta – ma poi finiamo per innamorarci – per sposarci – per invecchiare – per soffrire. – Hai voglia di raccontarci come è andata la giornata: – il mio sangue – vuole solo tornare da dove è venuto – e di te – non so – non so più niente – e nemmeno mi ricordo il tuo viso – quando mi dormivi accanto.

L.

Chorus #1779

Pubblicato: 17 giugno 2022 in chorus

E’ doppia – la fatica di vivere – in estate. – Spossante – la salita del fiato – nei tuguri del petto. – Il corpo pesa il doppio – anche nella sua nudità – e alla legge dell’ombra – rivede le catacombe dell’infanzia. – Le lucertole dicono alle campanule – che è l’ora più calda – e lo zig zag fra i sassi – dice dell’enigma di altre vite. – C’è l’acquitrino del sangue – sotto il cielo vuoto di nubi – e da lì incalza l’amaro del ricordo – come dentro un cesto di frutti maturi – un baco.

L.