Spalancami il petto – e contami le croci: – i cimiteri – dove insepolti – vagano i miei morti. – Di me fai carcassa – ma sottrai alla grande curva del costato – le luci fioche dei dispersi. – Nella tua mano – consola lo svagato errare – della carne nella mia carne – dell’incarnito della morte – sotto la mirabilia del polmone. – Questo corpo si è disunito – fin dallo schiocco delle giunture – ed è tempo – sotto le luminose stelle – di far defluire Amore – dalle mie vene aperte – alla fossa scura del tuo cuore.
L.