Archivio per dicembre, 2021

Chorus #1676

Pubblicato: 30 dicembre 2021 in chorus

Sono morto soffocato – una decina di volte – seguendo le contorsioni – della tua poesia: – l’osso del collo – mi sono giocato – e l’esofago – e la lingua mi pendeva dalla bocca – dopo che le tue parole – m’imploravano un colpo alla tempia – per non più soffrire. – Ognuno ama il suo buco del culo – e lo esibisce: – canta la spina dorsale che si spezza – nell’onda del corpo nudo – e poetico. – Si fanno in branco – i cani randagi – e sulla battigia – se ne vanno liberi. – “If dogs run free – why not me?”

L.

Chorus #1675

Pubblicato: 28 dicembre 2021 in chorus

I suoni paiono sempre gli stessi – il cicaleccio del metano – vuoti di bottiglia – vetri che digrignano – ambulanze (sempre più) – pneumatici – radi aeroplani – eppure lo scostamento della vita – è ampio e definitivo. – Tutte le sere maledette – il sangue si depura – in un discorso di matematica e organi molli – tutte le sere maledette – si strappa da un’arteria – la biochimica della morte. – Va in circolo – l’ipotesi del cadere sconfitti – sotto il tic tac della pendola – tutta ingranaggi – fisica – e ricordi.

L.

Chorus #1674

Pubblicato: 25 dicembre 2021 in chorus

La poesia non è equilibrio – cesellatura – vecchia dolce madre che cuce – vecchio dolce padre dei campi – animali distesi al sole – il tuo ritratto a carboncino – con i capelli al vento – e il profilo greco – una mostruosità di cachi caduti – aperti – beccacce e vermi – torrenti – gianduia sulle tue labbra – mentre mi mostri il seno – non è Dante – non è Leopardi – la poesia è cazzo e fica – e se serve – intestini gettati in pasto ai maiali – nel caldo di agosto.

L.

Chorus #1673

Pubblicato: 24 dicembre 2021 in chorus

Due o tre cose sul Natale. – La prima – è lo stormire di campane – sopra il vacuo censimento umano – che spaura lungo i muri – sugli argini luminosi dei crocifissi – che dice della genuflessione delle parole – e dei gesti. – La seconda – è l’astio delle assenze – il ricordare – il curvarsi dell’aria – sotto il silenzio ultimo dei viali – la candela spenta – sulla dimenticata natura – dei nostri corpi felici. – La terza – è tutto questo – e che Cristo non nasce e non muore – e sepolto nella terra – v’è solo chi non torna – e la campana che batte ancora – ha della notte – ogni terribile inganno.

L.

Chorus #1672

Pubblicato: 23 dicembre 2021 in chorus

Al catenaccio di una sirena – la notte ha la biacca di poche luci – nel freddo ampio – delle vie deserte. – L’infelicità è profonda – sotto il ghigno dei marmi secolari – sotto la poca folla degli alberi induriti – sotto l’ocra terrosa – delle strade più nascoste. – E appena sotto alla ferita – ho un pianto che dice – in continua malinconia – dell’essermi perduto: – dove transita la fluorescenza di un autobus – il mio sguardo – si dissipa nella doppia città – e s’agita – la tua salvifica bellezza – da troppo lontano.

L.

Chorus #1671

Pubblicato: 21 dicembre 2021 in chorus

Nel bianco della stanza – la luce raggiungeva il colmo del soffitto – era un qualche tipo di solstizio – e tu allungavi le braccia – calma – come dopo uno sbadiglio – o una prolungata serenità: – tambureggiava – al piano di sotto – una voce dura – uno sfogo. – Così – dai confini alti delle pareti – ancora la luce traboccava – incidendo il sottotetto – di pace. – Ti dissi qualcosa riguardo a qualcuno – ma in realtà eravamo due pesci distanti – nel vuoto circolare – di quella specie d’acquario – dove ti muovevi nuda e gentile – come il più bello dei mondi illuminati.

L.

Chorus #1670

Pubblicato: 19 dicembre 2021 in chorus

La lingua che cade – nel pozzo della gola – l’amaranto dei muscoli – come un corpo dentro un altro corpo – l’ecchimosi degli occhi – l’argano degli occhi – la corda lunga giù – nel silenzio della glottide – il bacio ricurvo come un dente guasto – incespica sulle gengive color ferro – va il gorgo della trachea – come uno scempio d’acqua – ossigeno che dice – amore – amore – amore – ma scalpita il buio della guancia – rosea – sonnolenta – carnivora – distante – terrosa: – la carne dei poeti – sotto le fredde ruote del treno.

L.

Chorus #1669

Pubblicato: 18 dicembre 2021 in chorus

Fu anche – l’oplà del gatto – l’ossuto cranio del cane – i pesci rossi – il merlo indiano – il dedicare a Dio di mia madre – il buio tragico di mio padre – il susseguirsi – dentro e fuori – di figure intermedie – allungatisi nell’ombra – che diventa sera – fu anche – il mio salire a due a due – i gradini – nelle bellissime estati del pallone – e delle latterie – i sabati dello stare insieme – le domeniche mattina della Messa – il campanile che non è più campanile – la gente che è diventata vergogna – imbarazzo – malattia – virus – e questa funesta carestia.

L.

Chorus #1668

Pubblicato: 17 dicembre 2021 in chorus

La guerra non è finita – e non finirà. – I fiumi sono pieni di cadaveri – la terra finge di avere mani di misericordia. – Poi v’è l’ora del silenzio – dove si ricerca – a tentoni – l’ossuta discordia – dei margini del corpo: – è dolce – nell’oscurità – sapere di una cresta iliaca – di un ginocchio – di una nuca. – E ancora – tambureggia – il pallore dell’alba – gli obici percuotono le prime ore – da quelle trincee – che mai conquistammo. – Perenne il dolore – perenne l’angoscia. – Il giorno che morirò – ridete e cantate – perché io starò già ridendo e cantando – solo un poco prima di voi.

L.

Chorus #1667

Pubblicato: 15 dicembre 2021 in chorus

Si spezza – la tracotanza del corpo – fin dall’alba – fin dal ripescare la luce – da dietro il parapetto del divano – dalle mascelle delle ceramiche più esposte – dal sangue lucente dei lampadari. – Digrigna il sogno – i suoi denti di futurismo – l’ombelicale dolcezza – dei suoi incontri vani. – Non puoi – nel camminare per casa – quando è ancora buio – dire di te – sono viva! – sono vivo! – è un riflesso il cuore – un decubito – uno svogliato pompare. – La garza del sole – si porrà sulla ferita del vivere – solo a cose fatte: – stupido ectoplasma – che ogni volta – si reincarna.

L.