Archivio per settembre, 2013

Chorus #197

Pubblicato: 28 settembre 2013 in chorus

Ti han levato anche l’orizzonte – le case – i colli disperati d’azzurro – gli alberi che muoiono. La frigida pietra sta a far da corona ai cortili. S’incaglia nelle edere – (lo sguardo) – nelle misure delle lucertole – ritorna l’autunno – la pioggia – il soffrire silenzioso delle api. Ogni respiro fa la tana nel caldo rosa delle tue dita. Nel bianco del mezzogiorno – ti volti ai colori degli ombrelli – che sul sagrato della chiesa – s’ammantano di Dio. Dispera – la tua voce – di un ascolto – di un’onda di canto – di un’ode – di poco più di una bocca – di un bacio – che chiuda ogni schianto di ramo – nella sua umida terra. Di scalini – di tombe – la poca luce di una fiamma – discende inversamente ai venti. I sentieri – questa notte – hanno una dolcezza di corpi – un bisbiglio di voci – quasi a non svegliar mai più il tremendo sole del domani.

L.

Chorus #196

Pubblicato: 23 settembre 2013 in chorus

Pozzanghera di luce – sopra il marmo rosa – (devo vedere – vedere – ogni inganno – ogni strazio che curva nella tua miserabile cantina – cucina – piccola stanza da letto – angusto bagno – da dove le montagne vigilano il sole) – il lenzuolo denudato di te – rubato alle notti – primavera – primavera – dove sei? – maggio – spada tremenda sul tuo collo bianco – urlo – appena caldo – soffice esecuzione – nelle notti elettriche – temporali – cataste di piogge per ciò che è arido – cunicoli di tronchi – fuochi – fuochi – l’amore – che scivola fra i tuoi seni – con un grido – secco – morto – una foglia – d’autunno – nella disperazione – dei letti. Motori – tacchi – esclamazioni di baci – tutto muore – è impermanenza – chiavi – buio fracassato – lumi – lampi – vetri – smeriglio – corpi nudi – zitto – taci – rimesta – gli universi – come un fottuto – dio – annoiato – con la sua mano – di vento.

L.

Chorus #195

Pubblicato: 21 settembre 2013 in chorus

E’ tutto segreto – qui – il dolore – lo sguardo – la tua carne – la poca luce fra gli scuri. L’ombra accompagna – da stanza a stanza – le ore dell’alba. E’ una campana chiara – silenziosa appena – rosa – arresa – la tua mano. Una città distante la tua figura alla finestra. Un’isola emersa da dimenticati maremoti. Una pena – un canto – che leva al calvario dei prati – le croci. Sotto rimangono le onde basse della terra. Le quiete faglie – santuari – sprofondati – da oscuri universi. Un intestino – di rose – d’anfratti – di teneri addii. Transito  nel mio cammino – incerto – ti guardo – m’arresto – quasi mi vergogno – dello spazio azzurro ricolmo di caldo – di grida – d’uccelli. Di nulla – eppure – s’arroccano le mie ossa – come ragni. Si è spenta la speranza nella serratura muta di ciò che muore – che si disfa – che si sfronda.

L.

Chorus #194

Pubblicato: 15 settembre 2013 in chorus

La luce è una palude che attira gli insetti. La stanza termina dove ha inizio il precipizio dei davanzali – la bocca scura della porta – l’angolo erotico della tua posa che fu. Il caldo passo dei tuoi piedi bianchi nel ghiaccio di aprile s’è disperso nel sogno. Incolume gettasti il tuo corpo negli spazi – nella solita calma dei venti che già cantai. Ogni arco della casa – ogni trave – s’arresta al declino – si sospende nel tempo – arretra di crepa in crepa – torna alla verginità dei secoli. Alla perfezione del tuo sguardo – muoiono i ricordi – gli insetti – l’angoscia dei muri – gli eremi del sonno precipitano dai picchi. La tragedia del mondo – tutto – si raccoglie  nella conca della tua mano. Spezzata – la maiolica della luna – lascia passare poca luce. Ombra – sei – calda solitudine – addormentato – giaciglio.

L.

Chorus #193

Pubblicato: 12 settembre 2013 in chorus

La luna ha il tarlo di una nube – l’incoscienza della stratosfera la lega col nastro nero del lutto. Appena attorno dilaga la sua luce sulla morente argenteria della città. Il sommesso urlo di un motore – le scure umane stanze – il fumo di una sigaretta che ingombra gli usci. Bianche lenzuola appese a ricordar le tue gambe – l’incarnito dei tuoi umori – il profumo azzurro dei risvegli. L’onda stanca più non trasporta – non reca – non trae a sè –  è pura schiuma – inconsistenza. Non è più già luce – ora. Il furto è completo. La mezzanotte avrà il rotondo precipizio di un pozzo. Sporgenze – campane – occhi gialli di gatti sotto vecchie automobili verdi – caviglie nelle malinconie degli amori – cianfrusaglie da rigattiere. Ferro battuto di antiche case. La tua voce mi colma – nel buio – il tuo corpo mi scava come la sacra terra di un camposanto – allagato – di pioggia.

L.

Chorus #192

Pubblicato: 7 settembre 2013 in chorus

Nubi nubi nubi dilatano il cielo – bianche – pur nella notte – nera – che dilania le ore. La casa è fredda – cupa – acciaio – ghiacciaia – sudario – pioggia. Acquaio secco di anime. Il tuo sorriso è una puttana scalza che cerca la luna con gli occhi. Qualcosa che scivola via fra gli archi delle cosce e un tentativo d’amore. Un passaggio fra il tuo pianto e ciò che rimane. La strada si svuota di noi nella ghisa scura degli scoli. La strada scalma – sospira – trae a sè le foglie. Dai balconi si presume ancora la luce. Nella calma di un vestito sei già svanita nella frenesia delle scale. Nei rintocchi degli anni – gli occhi – le mani – il peso dei seni – sono l’unico suono che fa eco nelle valli. Il rosone della mia chiesa ha un cuneo di sole per il mio altare. La cerimonia della solitudine ha i salmi della tua assenza. Oh, la protervia dell’umanità adorante al fioco lume di un’unica candela. L’inesattezza della beatitudine. L’inutile bacio della passione.

L.

Chorus #191

Pubblicato: 5 settembre 2013 in chorus

Sei il velo sotto il quale mi nascondo. L’ombra di carne che gioca con il sole. Lo spacco che si muove con la terra quando è voragine dopo voragine. L’ingoio indecente. La stella in fiamme che cade sul mio corpo. Un piccolo volto nella finestra della sera. Una tenda rosa smossa dal tiepido vento dell’autunno. Un pavimento in marmo sotto le altezze dei soffitti. Il peltro della tua statua annerisce con gli anni. Apro una porta dopo l’altra e non trovo nulla. Chiamo a gran voce il tuo nome ed è solo eco. Il ramo è spezzato e pende nero come da un gomito divelto di gemme. Eppure in silenzio ti ritrovo. Non fuggi – non ti estingui – non cerchi riparo – non sei arresa. Spalanchi i tuoi occhi e la città che fu – ritorna. Mi dissanguo nelle tue strade  – e rinasco.

L.

Chorus #190

Pubblicato: 1 settembre 2013 in chorus

La terra trattiene settembre negl’incavi delle pianure. Appena sotto le risa e i canti e le tenerezze dell’amore – spasima fra le pietraie arse dal sole. S’incunea come una serpe e annida fra le radici. E’ una carezza di legnaia – un ritorno alla montagna – uno corpo umido di boschi. Il tuo volto già volge ai giorni andati – ha crolli – distanze notturne – malinconie. Il tuo passo lento nel lungo buio di una strada disarma nel rosa dei tramonti. S’attarda una rondine nel cielo incupito d’azzurro.  La tremenda processione delle luci ha serrature in chiavi di vento. S’accendono i fuochi sopra i mari in un incendio obliquo di acque. Una pioggia ruggisce feroce e il ferro delle gabbie si spalanca. I sentieri dei giardini si sfiniscono di fiori. Avvizza in silenzio ogni suono nella violenta ganascia delle fauci di settembre. Tu zitta – ritorni – muta – risali – sola – t’assenti.

L.