Ti han levato anche l’orizzonte – le case – i colli disperati d’azzurro – gli alberi che muoiono. La frigida pietra sta a far da corona ai cortili. S’incaglia nelle edere – (lo sguardo) – nelle misure delle lucertole – ritorna l’autunno – la pioggia – il soffrire silenzioso delle api. Ogni respiro fa la tana nel caldo rosa delle tue dita. Nel bianco del mezzogiorno – ti volti ai colori degli ombrelli – che sul sagrato della chiesa – s’ammantano di Dio. Dispera – la tua voce – di un ascolto – di un’onda di canto – di un’ode – di poco più di una bocca – di un bacio – che chiuda ogni schianto di ramo – nella sua umida terra. Di scalini – di tombe – la poca luce di una fiamma – discende inversamente ai venti. I sentieri – questa notte – hanno una dolcezza di corpi – un bisbiglio di voci – quasi a non svegliar mai più il tremendo sole del domani.
L.