Archivio per ottobre, 2012

Chorus #120

Pubblicato: 25 ottobre 2012 in chorus

La luce rende gialla la foschìa fra i cipressi. La sera è loro e di tutto quell’argento che nasce dalla terra. L’erba annerisce e si allunga fino alle anime morte, oltre i cancelli. Tutto ritorna campo, prato incolto e scavi fosse ferite pioggia di bombe e processioni. Preghiere e pianti. Per una sera il viale si chiude come un maglio sulle cose passate appena. La sua voce rincorre sugli asfalti abusati e riprende il suo sacro silenzio. Ogni cosa ristagna come un gambo di fiore spezzato. Nella gogna degli addii si disfà la carne. E in quel fondo di lumi s’aggira ormai una nebbia. Appena fuori, sul piazzale, volge la testa un corvo alla rossa tua bellezza.

L.

Chorus #119

Pubblicato: 22 ottobre 2012 in chorus

A mezzanotte si cerca protezione. Non è più questione di giorni o di stagioni. E’ un affare di ombre e freddo e muri e letti vuoti e nuvole che non si vedono e mani con grosse vene azzurre. E’ cominciata la parata della notte nelle strade vuote. Il silenzio fa confusione sotto gl’inchini dei semafori. Ogni cosa morde e lacera. Anche il sonno scava il tuo viso come un incendio in una chiesa. Quel bel corpo sfigurato come un ceppo gonfio di pioggia. Un riassunto di lenzuola e abbracci è ormai l’amore. Qualche uccello ancora vola nella notte. Ha gli occhi chiari per sorvolare le città senza farsi del male. Il suono più non senti di alcuna cosa. A mezzanotte il tuo amore è un nodo di vento su ogni parola non detta, mai pronunciata.

L.

Chrous #118

Pubblicato: 21 ottobre 2012 in chorus

Ti uso come una scala, per salire più in alto. Arrampico e disadorno il cielo, in bilico sulle tue magre spalle. E poi un poco sanguino in queste lunghe notti di lavoro. E’ tutto uno sfrondare, spostare, ferirsi. Resto poi qui, sopra la stanchezza dei tetti. Fra i lamenti d’amore dei gatti, mi stanco anch’io nel rame verde delle grondaie. E’ acqua marcia il mio cuore. Vortica nel buio e muore in grossi barili di legno. Esonda nell’erba. Ristagna in pozze calde. Nutre insetti. Torna alla terra, alle mani profonde che assomigliano alle tue mani quando percuoti la solitudine con la tua pallida luce. Da qui allora nasce il giorno. Da qui s’esilia il sole. Eruttato dalla terra, franto dalle tue dita, disperato come un nuovo nato.

L.

Chorus #117

Pubblicato: 14 ottobre 2012 in chorus

Le voci s’annodano ai battenti d’ottone delle porte. Tutto è chiuso, serrato in corridoi bui. La pietra si stanca nella notte e strepita e si fende e si spacca in polvere d’argilla rossa. Cade come lavoro di un tarlo, fra l’erba gialla. In alto strepita un aeroplano o un temporale. Bagliori. Luci rosse. La stagione rigurgita altra stagione. Le tue bianche braccia fanno nido per la mia solitudine. I tuoi baci mi nutrono. Il resto del tuo corpo si smorza in un ballo. Fa rumore di vetro che si rompe, come scagliato da mano misteriosa a frangersi sui moribondi alberi dei viali. Ogni cosa tende alla vita come un pesce che spasima sull’amo. Ti sento appena camminare nuda nella stanza. Fuori spiove. Allungo una mano e sei già soltanto una spettinata luce che sorride.
L.

Chorus #116

Pubblicato: 8 ottobre 2012 in chorus

Lascia che il freddo entri, attraverso il legno degli scuri. Che salga come un’edera alle pareti della casa. Che non abbia i timori della luce che scarna grava sul tuo corpo nascosto e sottile. Non sia come l’ombra che ti scava. Poggia le dita sui muri bianchi. Passa da porta a porta e se ha con sè vento, lascia che ti ricordi la disperanza del fumo. Che crei scompiglio e mattine e ti abbandoni come una foglia su un mucchio d’altre foglie. E poi il cielo s’affretta, quasi fosse Primavera, a raccoglier la tua acqua in un bisbiglio di nuvole. Svapori nella tua nuda carne. Lontano un singhiozzo di albe cede di schianto alla prima nebbia.
L.

Chorus #115

Pubblicato: 7 ottobre 2012 in chorus

Nulla si sconfigge nell’elasticità del buio. Ogni cosa rimbalza e ritorna. Ti colpisce al volto come fosse pioggia. Una frenesìa di parole sorpassa le chiuse e ricade nei silenzi con quei tonfi di chiaro argento delle acque quando costrette ritrovano la via. Restare in quel chiarore di finestra è inutile. I tuoi occhi non vedono che appena oltre i prati. E stremano nell’ombra che s’aggruma a ombra su per la collina. Forse hai una pista di cani. Un selvatico sentiero sotto i mantelli delle chiese. La tua anima è un campanaccio da transumanza. T’addentri. Non sai neppure dove. Il tuo amore è una ghianda per scoiattoli. Precipitata.

L.

Chorus #114

Pubblicato: 5 ottobre 2012 in chorus

Dormono tutti come bestie, respirandosi addosso nella calca del sogno. La luce ondeggia sopra di me come un largo cappello insidiato da un vento. I muscoli del buio strozzano la vita nelle case attorno. Di rimando s’apre un cancello. Passa e s’acquatta qualcosa. Par che dica – esci a respirar l’autunno -. Sembra che voglia così lasciarti all’agonìa dei platani. (Non dormire non dormire). Invita tutto ciò che è rimestato fra cielo e terra, a seguirla. Un triste salire di anime, ai boschi e alle vette. Prima che l’addìo muti il tuo corpo in una bianca scodella d’acqua per la terra assetata.

L.