Archivio per febbraio, 2021

Chorus #1472

Pubblicato: 28 febbraio 2021 in chorus

E’ facile che io viva soltanto – per ridiscendere a sera – le vuote vie del borgo; – che io so – che nel primo slargo di piazza – dove l’ombra si scura e domina – tu ci sarai – come certezza di vento – e nell’alambicco delle pietre – profumerà il tuo corpo inesistente – come la radice più selvaggia. – Di questo m’affretto – dopo aver fatto dell’arrivederci – una specie d’angoscia di sole; – di questa speranza sublime mi cibo – nel contarti al crepuscolo – gli anemoni voluttuosi dei capelli; – di stare seduti sotto la benedizione della chiesa – a raccontarci del mio e del tuo corpo – come fossimo una cosa soltanto; – un’ostia ingoiata – nel corridoio buio – della casa.

L.

Chorus #1471

Pubblicato: 27 febbraio 2021 in chorus

Nelle prime serate tiepide di primavera – ritorna sempre il richiamo di una madre – Bea – dice – Bea, dove sei? – come se nel cortiletto di poche luci – le risate e le grida – non segnassero la vita – ma una specie d’abbandono. – La cadenza del vento – modula gli affari dei bimbi – gli indovinelli – il nascondino – il monopattino luminoso – e il pallone che rimbalza di gradino in gradino. – Il coprifuoco poi deserta le strade – e si fa coraggio il canto di gola – di un uccello misterioso: – perdura la natura dentro al sonno – e vi si allarga. – S’invola – certamente – nel primo cielo viola – del mondo nuovo – vaporoso. – Bea, dove sei? – Nel gioco – si sperde – la paura degli adulti.

L.

Chorus #1470

Pubblicato: 26 febbraio 2021 in chorus

Anche oggi – si è fatta della vita – un’inezia – con il corpo e i suoi numeri chimici – nel cogito dei nervi. – Vince spesso – il bilico umano della carne – il gioco dell’equilibrio più fondo – dallo stinco nudo – all’alveo osseo degli occhi. – Dal pulpito del pensiero – cadono rose – sulla tua beatificazione – e dove è santo il tuo amore – fugge in cielo la primavera. – Ma dal mezzogiorno – era già tempo di mani precarie – e il crudo delle tempie – figurava la tua bellezza – come cosa passata. – Ora che è sera – si spicca – la luna piena – e da un altro mondo s’incava – il sangue già caldo – che cerchia da lontano – come un cane affamato – il desiderio di te – in questa terra che trema.

L.

Chorus #1469

Pubblicato: 25 febbraio 2021 in chorus

Cercate la premessa della primavera nei campisanti – dove divelle la ruspa – le antiche croci – dove dei crani sparge i cocci – la mandibola ferrosa. – Niente v’è di più sano – del vento di caduta – dalle gole nevose dei monti: – si è fatto di fiori il ricordo del ghiaccio – e sopra una pala o due – nell’ombra di un tempietto – frugano i passeri – con rinnovata speranza. – Secco il rimiscuglio delle ossa – gettate al sole caldo – che si dicono dell’anima e di Dio – ma sono arbusti neri di famiglia – sotto il ronzare lieto dei bimbetti.

L.

Chorus #1468

Pubblicato: 22 febbraio 2021 in chorus

E’ metronomica – la prima ora del risveglio: – il blues del corpo – ha un suono basso di sangue denso – e si deve ancora – dai cubicoli dei palazzi – scremare la vita – nella resina infetta delle ventiquattrore. – Si scalda un poco di più – la terra – fra le nevrosi delle tubature – che pompano metano – e trafiggono d’acqua – i vecchi muri. – Nell’ora ormai del rumore – il tuo corpo è già in fuga – fra i parchi giochi e le portinerie: – s’abbevera di plastica il cuore – nei thermos di gas delle periferie. – La morte non è il cappio – ma lo è la vita – la divisa – la tuta – il crocefisso nell’ufficio – la gentilezza – l’amore – l’odore di sperma – dietro le porte azzurre – dell’ascensore.

L.

Chorus #1467

Pubblicato: 21 febbraio 2021 in chorus

Ci sono queste esigenze primarie – mangiare – bere – dormire – scopare e riprodursi – o anche scopare e basta – o per Dio – qualcuno che si accorga che abbiamo un corpo ancora piacente – e ci sollevi dalla mediocrità – dalla nebbia – dallo smog – dai gatti uccisi sulla statale – dai cani zoppi – dai venditori telefonici – dal cancro – qualcuno che magari usi la parola BELLEZZA – declinata per me – solo per me – anche sbavata – va bene – sbavata come il rossetto sul suo cazzo in erezione – nella stanza silenziosa – della periferia silenziosa – di una vita silenziosa. – Mangiare – bere – dormire – scopare. – E la primavera. – Ok. – E un po’ di luminosa primavera.

L.

Chorus #1466

Pubblicato: 20 febbraio 2021 in chrous

Da molto – (lo sai) – mancano le mie mani alle tue tempie – dove ti cominciava il folto dei capelli – e io amavo di perdermi – come in un bosco montano – a picco – sopra i tuoi occhi chiusi – bellissimi laghi svuotati – chi dice da un gioco di dighe – chi dice da un’erosione di giorni. – E dove si fanno i nodi – il tuo crine – non ha più le mie dita d’aghi – che scioglievano nel buio – tutte le ore passate. – Di fatto – negli anni – si è arricchita solo la parola. – Il riscatto del toccarti – nel principiare della sera – nel vastissimo tepore della luce – è cosa passata in disuso – dimenticata – silenziosa: – ah, il sentiero – nascosto al nudo amore del tuo collo – percorso o non percorso – dall’animale orfano – dolente – o dal ricordo crudo – del mio passare di falangi – di nascosto da te – impunemente.

L.

Chorus #1465

Pubblicato: 19 febbraio 2021 in chorus

Mi hanno lasciato qui – ho pensato – e se ne sono andati tutti. – Sgusciato dalla vita – come un nocciolo d’oliva. – Masticato – sputato. – Ecco – doveva succedere – (bisbiglio) – e quindi è tutto qui? – Una stanza bianca – il rumore costante – il movimento acuminato dei gomiti – la finestra sul parcheggio. – Forse è finita davvero – (gli occhi grandi & angelici) – e non mi resta che aspettare il mio turno. – Venitemi a prendere! – A tutti voi che non ci siete più – è finalmente finita – accorrete – che della vita lasciamo a quest’altri – tutta la sua stupida gioia. – Io mi fermo – riposo – allungo le gambe sotto il tavolo – e ascolto le scie degli aeroplani formarsi nel cielo: – come se il Paradiso – povero fesso – fosse una serie di capannoni vuoti – e il tuo osso pubico – sotto la lumaca della mia bocca.

L.

Chorus #1464

Pubblicato: 15 febbraio 2021 in chorus

Attraverso il gelo – siamo passati ancora; – il viso macero del mondo – ha gettato i suoi arabeschi di luce – su queste pianure ossee – che camminiamo e cammineremo – nei giorni a venire. – Si è tumulato un tuono – sotto il marmo di una nuvola; – si strappa il ghiaccio dai nostri petti – e lungo i balconi di terra – siamo nudi come alberi. – Il silenzio ha cento bifolchi – a sommuovere i campi – e l’astuzia del fiume penetra fra le chiuse. – Attraverso il gelo – siamo passati ancora; – attraverso il gelo la casa – ha il tuo cuore freddo e nero; – s’eleva il verderame del cardo – solo come d’inverno il sole.

L.

Chorus #1463

Pubblicato: 13 febbraio 2021 in chorus

Lascia che vinca la natura – (come infine sarà) – nel ruzzolare delle nostre mani. – C’è stato un giorno di neve e di slitte – tanto tempo fa – e i nostri genitori erano giovani – bevevano vino e arrostivano castagne – e noi con le berrette azzurre – e i “doposci” ai piedi – su e giù per la collina – non ricordo nemmeno né dove né quando – e se è per questo – non ricordo nemmeno te – e nemmeno l’ora della castagna cotta – e del fuoco del camino. – Perfettamente – invece – rivedo la conca innevata – e i castagni a ridosso – come giganti a riposo: – accesa la finestra – di una luce rossa – e di certo – quella giovinezza – quell’aprire castagne calde – dentro il cuore dell’inverno – avrebbe dovuto essere oggi la nostra – in un rimando sereno di cose compiute. – Non è andata così. – Stringo la mia birra – la luce è l’animale che si muove per casa – seguendo i miei passi – come un cane malato.

L.