Archivio per Maggio, 2012

Chorus #83

Pubblicato: 31 Maggio 2012 in chorus

Gente che aspetta la rivoluzione. Io aspetto la luna. Quella mezza moneta fra lo smog e i denti delle case e il ventre delle nuvole. Quel suo scivolare sotto il vestito della notte. Tu aspetti le urla, io aspetto il silenzio. Tu gridi come un temporale, io accolgo la pioggia. C’è un occhio di luce sopra il caldo del sangue. Si muore, si muore. Mi aggancio alla luna con la corda del mio amore. Vi lascio le strade e la carne. Mi prendo il cielo, la solitudine e il freddo dell’alba. Io aspetto la luna sotto l’agitarsi del mare. Pesci capovolti nella zuppa di stelle. Date il vostro sangue e lasciate che pianga, distante, nella mia ombra azzurra.

L.

Chorus #82

Pubblicato: 26 Maggio 2012 in chorus

Sono come un musicista jazz. Scriverti è come improvvisare su un tema noto. E ogni volta sorrido e mi esalto e mi abbatto e mi stanco. Non dormo. Scrivere mi consuma. Mi lascia magro nelle ombre. Sfibrato come un cielo trafitto da aeroplani. Mi siedo sul letto e vedo l’intraprendenza delle luci. Ricordo il cerchio delle mie braccia attorno al nodo doloroso dei tuoi seni. Ma è solo un attimo, il muoversi bianco della tenda. Scriverti ciba la mia solitudine con un cucchiaio d’argento. Non dormo. E’ uno smuovere continuo di terra. Un sudare fra i sogni. Un risveglio assiduo nella lunga luce dell’alba, come una nave alla deriva con l’alta prua verso il gorgo.

L.

 

Chorus #81

Pubblicato: 23 Maggio 2012 in chorus

La vita non è che traiettorie. Curve nel cielo. Improvvisi distacchi, incontri. Un intersecarsi di linee. Matematica e aritmìe. Un battito perso, uno ritrovato. Fontane, piccole fontane di acqua agli incroci delle strade. Panchine e solitudine. Tu che urli dalla finestra che non ce la fai più. E occhi sulla schiena bianca dell’amore che muore. Chiavistelli e chiavi di carne. Lassù, scìe. Traiettorie nello stracciato cielo di nuvole. Il gatto forza la vecchia porta in legno. Vede cose che non vedi. La gramigna cresce sull’orlo alto dei muri. E l’estate arriva come una falce sull’arido campo dei tuoi amori.

L.

 

Chorus #80

Pubblicato: 12 Maggio 2012 in chorus

Funziona così. Accendi due candele nel buio. Lasciale al vento. A quello leggero della notte. Che non ha forza per smuovere i rami, di chiuder finestre, di scompigliarti i capelli. Posale nell’angolo del tuo giardino. Quello fra i limoni e le pozzanghere e le rondini. Dove non passi mai. Dove anche l’ombra ha timore. Dove scavano i vermi nelle oziose ore calde. Dove il cielo esita. Abbandonale. Vattene nel nero del sentiero. In silenzio, così come fan le ore. Riparati nel guscio rosa delle tue cosce. E poi da lontano, taci. Due candele e una tempesta. Pioggia che scuote la tua casa. L’indomani avrai il sorriso del sole e cenere, cenere di lotta e d’amore.

L.

Chorus #79

Pubblicato: 10 Maggio 2012 in chorus

Maggio non era così. Era ciliegie e preghiere. Un buio di faggi. Risate. Ritorni a casa nel profumo delle ore. Piccole gambe bianche in attesa dell’estate. Nascondino. Ganasce di sole. Insetti. Lombrichi. Segatura. Ceste di ciliegie e finestre su finestre. Rade macchine. Cantine fresche. Maggio era un mare d’alte onde di prati. Disadorne tane di cani. Sere e sere affastellate su gentili piccole mani. Scavi. Terra smossa. Grida dove prima stavano le ombre. Maggio ora ha contorni di morte. Filo spinato d’addii. Maggio ha fiamme alte fiamme e tutto arde in silenzio. Brucia. Càlcina. Cesella. Combutta col sole la tua nuova vita. Finge. Ti lascia nel buio a chiudere gli scuri. Sferza e non ha più timore del tuo pianto.

L.

Chorus #78

Pubblicato: 9 Maggio 2012 in chorus

La scrittura esce dalle tane dei ragni, da sotto la terra. Dai deserti. Dalle tue gambe nude e fragili. Da come le pieghi verso il petto e mi dici che ti piaccio e non sai perchè. E io lancio i miei occhi come stelle ansiose di un firmamento, di un equilibrio astrale. Ti cerco nel buio dimenticando la civiltà, le urla e il teatro. E’ un pugno che si agita, il mio desiderio, da dietro la barricata della tua Bellezza. Sono pagine e pagine che mai scriverò, inciampi letterari in ridicole città. Un giorno sarò solo una striscia di sangue in un fiume di stelle.

(11/10/2008)

L.

Chorus #77

Pubblicato: 5 Maggio 2012 in chorus

Un giorno ti salterà la testa come un tappo di spumante. Mentre porti a spasso il cane, mentre canti, mentre conti le nuvole, mentre parli di tua madre, mentre sbucci mandarini, mentre sei seduto in chiesa, mentre cambi canale, mentre la prendi da dietro chiamandola amore, mentre sei alla finestra e piove e pensi a domani, al tuo compleanno, al 740, a quella poesia di Prevert. Bum. Così. Mentre mangi il tuo gelato sotto al sole, mentre suoni il clacson nel traffico, mentre t’innamori, mentre spremi il tuo dentifricio. Bum. Bum. Bum. Non farai più nemmeno ombra.

L.

Chorus #76

Pubblicato: 5 Maggio 2012 in chorus

Gente che non fa che scopare. Scopare e lasciarsi. Scopare, lasciarsi, riprendersi. Intorno silenzio. E strade. Mezzi sogni, mezze seghe. Sigarette. Kleenex e gatti stecchiti. Civiltà di merda. Bandiere stinte sotto alla luna. Nel vento, nel vento. Stridono sui balconi grigi. Il fiume di sotto porta via lattine, gomme, puttane. Rutta fra i sassi. E’ stanco, melmoso, è lo specchio dove guardarti. Ansimi e fai finta. Vivi e fai finta. Civiltà di merda. Un sacco rovesciato in un cassonetto. Pezzi d’umanità, cancelli. E finalmente scale. Scale. Ancora scale. In alto, nella mia solitudine dorata.

L.

Chorus #75

Pubblicato: 3 Maggio 2012 in chorus

Non riesco a pensar male. Non riesco a guardare il tuo anello e a sentirmi perduto. Non riesco a vederti a piedi nudi su queste strade. Il lungo prato triste nel buio. Le luci nelle piccole finestre dei campanili. Le lunghe attese ai semafori. I fiori che resistono. I cani, gli adorati cani della notte, dietro ai cancelli, svegli, vigili. E sopra code di stelle, il solito giro inutile dei pianeti. E i fuochi  sulle colline. Corpi e corpi addossati uno sull’altro, bianchi come martiri. Sorrido. Bambini urlano agitando gelati. Qualcuno chiude le imposte nella luce rossa di una sigaretta. Le strette vie vuote, esanimi e l’amore che cola come sangue. L’orchestrina jazz gonfia l’aria che ti scivola fra i capelli. Irride la distanza fra i tuoi occhi e i miei. Stanze, ancora, ci faranno a pezzi come enormi magli d’acciaio.

L.