Archivio per luglio, 2013

Chorus #184

Pubblicato: 29 luglio 2013 in chorus

Carta stropicciata. E’ questo il suono che giunge  dal buco di una casa – dall’inferno – da un verso di Montale – dagli ingranaggi dentati delle sue parole. La metrica incessante che s’insegue come acqua da alambicchi che cola nera in altri vetri e imbuti di cristallo e carcasse di anime. Gli zittii dei cieli che anneriscono nella fasce color del sangue dei tramonti – il perno della luna che si muove sugli oli delle incessanti piogge – meccanismi poetici d’automi passati – stregonerie per bimbi spaventati – morbida carne dove celebrare orgasmi. Appendini – stampelle – crocifissi di legno – dove spogliarti della tua carne e rimanere solo pianto – intruglio di sogni – rimpianti – vecchi libri – gorghi – lunghi imbrogli – vene che strozzano le tue fratture esposte. Piccolo cane smunto – negli angoli silenziosi dei viali – per una dignitosa morte – calma – secca – accartocciata.

L.

Chorus #183

Pubblicato: 27 luglio 2013 in chorus

Ci sono città – lunghe bianche case – giardini – skyscrapers – paludi – che non vedo che con i tuoi occhi. I cunicoli misteriosi – le anse – il riflusso del fiume – l’airone stanco dei viaggi – il tuo accavallare le gambe – i cancelli. Lenta risale la folla della tua Bellezza. Disumana acqua che tutto pervade come il sole. Ingigantisce le strade – divelle i cardini alle finestre – denuda quel poco di mistero nell’affranto pomeriggio di luglio. Mi lascia solo con il timido spettro delle tue nude anche. La linea fangosa della tua schiena ha colmato i neri pozzi del desiderio. Scende alla morte quasi ogni cosa. Si dimentica la speranza da quassù. Ritorno con lo sguardo dove portasti il tuo cammino. Appena un’orma rimane – un sorriso – l’ombra del tuo piede. Il cataclisma dei pianeti – nel freddo oscuro del mio universo – mi ricorda che cos’è l’amore.

L.

Chorus #182

Pubblicato: 20 luglio 2013 in chorus

Non ho mai compreso i tuoi addii. L’improvvisa fortuna di una pioggia sulll’esanime mazzo delle viole. La chincaglieria del tuo corpo che ha ingannato i miei giorni. La sutura delle strade che trattenevano sangue e neve. Il rosso osceno delle tue labbra. La tua sigaretta fra lo sterno dove il mio bacio cadeva come un’accusa o una passione. La violenza della tua schiena nelle oscure ore che precedevano l’alba. Quel groviglio stanco di braccia come secchi rami spezzati dai venti. Cosa rimane. Quale figura si muove ora nel buio. Il sonaglio dei tuoi occhi più non ha suono oltre la mia porta. T’invento fra una spiaggia e il mare. Bianca nel caldo vento di luglio. Defilata come una bandiera di un’alta torre. Solitaria fra le pietre rosa  e i limoni che come Saraceni assediano la mia povera casa – danzando le scimitarre.

L.

Chorus #181

Pubblicato: 20 luglio 2013 in chorus

Questo silenzio è un’isola emersa dalle acque d’antichi maremoti. Dallo spacco del corallo si fa intuire sull’onda. Si colma d’uccelli e bouganville e d’ogni cosa di mare. Fa gonfiare le vele e spezza gli alberi e tutto si fa legna che arde  negli infiniti tramonti. Incendi e incendi nei poveri orizzonti della terra dove le case arrossano sotto la sferza calda del vento. Quest’assenza è la tua piccola chiglia nella trasparenza del cielo che trapassa da parte a parte. Sventra comete lassù nelle stratosfere azzurre  che tu ignori come ignori le bocche socchiuse dei porti. Come dimentichi le strette gole che danno attimi di pace. I gorghi lontani dei cataclismi e le tue piccole mani. L’eterno smuoversi dei fondali e il tuo gentile bianco corpo che s’attarda ai naufragi. Questo silenzio invidia Vulcano e nella sua forgia possente trasmuta.

L.

Chorus #180

Pubblicato: 13 luglio 2013 in chorus

Ti scrivo davanti a un temporale. La mia casa si sforza di non far naufragio. E’ costruita sulle intemperie – sulla gloria delle piogge – ha uno scafo di mani unite – una profonda culla d’umide cantine. Un’onda di tuono l’atterra ma non la vince. Ha vita nuova quando s’oppone alle umane disperanze. S’erge come una di quelle notti che non tornano più. Mi tiene come un ventre di donna – nella nascita o nell’amore – delicata come una madre o un’amante. Trattiene il mio grido. Calma le mie parole raggelanti come saette. S’accoppiano in cielo nuvole e nuvole. E’ un fracasso uguale a collassi d’universi. Rimango nel buio sospeso – tremante e inutile. Le grida – fuori – maledicono la pioggia. A caso io invento un’isola – stanotte – dove attendere il tuo approdo. Ti lascio la scelta del ritrovarmi o di un feroce abbandono.

L.

Chorus #179

Pubblicato: 12 luglio 2013 in chorus

Magre gambe nude incrociate nella poca luce che c’è. In quel bianco t’intagli nella tua camicetta azzurra e piccoli cani intorno tesi nella caccia ai gatti e rock’n’roll nelle strade e austeri palazzi che si spengono nel buio come piccoli fuochi d’ombra e cucine e terrazzi colmi di fiori che si sporgono sotto il verde delle tende e io non ascolto che la lunga assenza dei miei occhi e il loro incauto abbandono nella notte e i latrati dolorosi che vengono dalle colline a sovrastare ogni campanile illuminato e il tuo passo è giovane – ha speranza – la tua bocca ride – ha quella luce – la tua schiena è un’asperità di cielo – che non vedo – che non vedo – e dove appena s’addolora il mio mondo – dove tace la speranza – tu passi e alludi come un canto alla mia solitudine.

L.

Chorus #178

Pubblicato: 8 luglio 2013 in chorus

Il vento ti teme. Quando ti scompiglia, è il tuo corpo che diventa uno strappo di nube – una gola rossa di sole – una specie di fiamma azzurra sopra altissime finestre. Io cedo alle mie piccole sconfitte. Mi muovo a caso come una vela strappata. Sono nulla – una carta bianca fuggita alle mani – che s’agita fra i ciottoli e il mare e le strade e i gatti e le risate degli amori. Ecco – all’improvviso cede il tempo. Si piega e si fa tenerezza. S’apre come un lungo canto. Come l’antro scuro di una chiesa. Ritornano le voci e i giardini. La polvere della terra s’alza e ti copre di un nuovo vestito. T’avvicini alle case abbandonando i confini delle acque. Sali quelle scale perenni e scompari nell’ombra delle stanze. Ogni nemico – mare vento amore morte – s’accomiata al mondo. Sono muto e tu sei nuda carne che riposa.

L.

Chorus #177

Pubblicato: 6 luglio 2013 in chorus

Incerti passi sui retti sentieri che accomunano i laghi ai mari. L’acqua sorda scroscia e si schianta. I cigni sbiancano silenti come le stelle più lontane. S’accalcano i prati e le spiagge allo sguardo della notte. Ogni cosa si svuota – si scava – si denutre. La tua schiena è un carro che porta il sole più lontano – una scapola d’oro sopra l’orchestra dei tuoi archi. Apro ogni finestra – ogni porta. Spalanco gli occhi come enormi granai in attesa del raccolto. A nulla serve. La frusta della luce arroventa la mia solitudine. Abbandono le maree o le acque nere delle isole. Stringo il cuore come un’aia colma di vento e di cani. Scorre il mio sangue nelle ore di luglio – si fa gigantesca vena col mezzogiorno impietoso. Alla finestra muore il ricordo – vaso di terracotta – precipitato.

L.