La spietata legge del crollo. I mancati equilibri delle travi. L’apertura verso il cielo infestata di gramigna. L’assurdità del tuo cadavere esposto al ludibrio dei giorni. Un’assolata morte consegnata alla gentilezza dei gatti. Ogni minuta cosa è un osso esposto nel mio solitario corpo. Ogni tua ruggine è rossa del mio stesso sangue. Tu ti stremi per una fonda pioggia che t’accerchia. Io mi scavo come i tuoi mattoni d’argilla. Mi svuoto ad ogni sguardo. Hai un altare muto inciso nella pietra. Un gancio di ferro che attende una bestia che mai più sarà. Sgravo i miei occhi nella speranza del cielo. Precipito la mia bocca sul tuo ventre come uno schianto di coppi. E’ una rovina il nostro abbraccio. Un’attesa di demolizione. Una ciondolante sfera d’acciaio che ci consegnerà al ricordo.
L.