Archivio per gennaio, 2021

Chorus #1455

Pubblicato: 31 gennaio 2021 in chorus

Distingui cosa – di questa sera – da quella di ieri – da quella di domani? – La luna ha le sue fasi – le stelle si stringono e si allontanano; – c’è un respiro che non sentiamo – nel torace del cielo – il suo corpo è sdraiato all’infinito – e noi sotto – piagnucolando sui nostri piedistalli. – La scorza degli anni – ci ricopre come blatte. – Veloci nel buio – presumiamo amori – sulle nostre zampette crude – indaffarate. – Che mi dici tesoro – se di questa poesia – tenessimo soltanto le interiora: – si fa come un sacrificio – l’uomo è carne come il maiale – mangiamo e cachiamo – la letteratura come lo sterco – ogni giorno – dopo giorno – e un altro giorno ancora.

L.

Chorus #1454

Pubblicato: 30 gennaio 2021 in chorus

Non è sempre cosa giusta – l’incattivirsi nel dubbio – e quindi tentare la solitudine – come ultimo appello a una nuova vita: – di cosa – di quale timore di te – l’astio chiude la giugulare – con dita sensibili? – Perdersi fa amara l’aria – e avvelena il sogno – che tornerà a perseguitare. – Eppure succede: – la mannaia cade – la testa rotola – e la folla si fa muta – come questa sera – e le sere future. – Che grande orrore i corpi – dove siamo rinchiusi! – L’enorme imbarazzo della nudità – e le parole – caduteci addosso come pioggia: – sono cose che si fanno – in quei primi pomeriggi silenziosi – dove la casa stringe il cuore – e la razza umana sembra lontana – ma sono solo cento marciapiedi – e un cumulo di foglie.

L.

Chorus #1453

Pubblicato: 29 gennaio 2021 in chorus

Mi diverte pensare – di portarti qui a tua insaputa – o dove forse fingi di non sapere – che sei tu – in questo prato educato di parole; – ma tu non dirlo – fingi – fai come se chiudendo gli occhi – tutto l’altro mondo scomparisse: – ti prego – fingi – come se i muriccioli attorno – ti fossero nuovi – e gli alberi fioriti – e il cielo azzurro – e fosse sempre primavera di vento e di cani – e frutti gravidi – e gente – gente che ci racconta – come ci donano le parole. – Come se l’accaduto – non esistesse più – e così – infine – nella frase – vi fosse un gerundio da esaudire ancora – e la tua bocca – il tuo volto – tutta te – nella sera di maggio di una volta – risplendesse con forza – come allora.

L.

Chorus #1452

Pubblicato: 28 gennaio 2021 in chorus

La lampada si riflette in tutti gli specchi – la casa è calda – il freddo fuori – ha ancora le sue corone – appese ai margini dei tetti. – Febbraio è sempre stato – come qualcosa di te lasciatomi accanto – nel tuo sonno – come un monito. – Quel tipo di bellezza scura – che accompagna alla primavera. – L’arco degli anni è teso – da una fortificazione di torri e di mura. – Si aspetta che la canzone dica – molto più delle tue parole: – che arrivi una pace – dalla tenebra della pianura. – Il confine non ha più confine – si è slabbrato l’orizzonte del cielo – si marcia in avanti – e si ama – senza più paura.

L.

Chorus #1451

Pubblicato: 27 gennaio 2021 in chorus

La voglia è quella di stare in una terra selvatica – con un vento freddo fin dentro il cuore di maggio – i cervi in fondo al vialetto di casa – un’unica strada – un ponte – qualche viandante – i gufi sui rami più alti – la luna enorme e paciosa – come in un’antica stampa. – Ai lati della casa – gli abeti – forti e sani – a protezione dei sentieri. – La voglia è quella di terminare qui – la città – la vita – gli arbitrii della gente: – gli anni impilati – portano a questo – a vedere più in là del solito orizzonte – e a desiderarne un altro – più giusto e più netto.

L.

Chorus #1450

Pubblicato: 24 gennaio 2021 in chorus

Ho scritto così tanto – (che poi vuol dire “ho amato”) – che di questa pietra spaccata – non è rimasto niente – che il pulviscolo – col tempo – si è fatto alveo nuovo per il torrente. – E’ sempre la natura – che sia la parola o che sia il corpo – che lentamente – ritorna a occupare gli orizzonti. – Le bocche non durano – né le gambe a penzoloni dai monumenti – né la fila dei fiori sul grande terrazzo dell’infanzia: – non è certo di chi resta – la colpa – o delle parole-cane – che stanno a guardia di tutto ciò che canta. – Ho scritto così tanto – che stasera- (alla buonora) – non mi resta che una luce – e il mal di denti – e la notte puttana – che s’ammalora.

L.

Chorus #1449

Pubblicato: 23 gennaio 2021 in chorus

Il tempo è questo barracuda vigile nell’acqua salata. – Così il pensiero si agita – e smuove la superficie del fiume – agitando le braccia. – Da sotto – il barracuda – sa che il pensiero è carne – e la carne è cibo – sopravvivenza – ossa. – E nella bocca del barracuda – quindi finisce del pensiero il corpo – e il sangue della sua stanchezza – affoga di rosso le acque. – Domina il pesce – tutte le foci: – il tempo è un barracuda – il pensiero ciondola dall’amo della luna.

L.

Chorus #1448

Pubblicato: 22 gennaio 2021 in chorus

Una volta ti ho vista dormire: – sui nodi delle lenzuola – tenevi il tuo corpo come un ago di luce – e si scioglieva d’incanto – ogni combutta della notte e della stoffa. – E dall’altro mondo – (quello del sogno) – tornavi con il passo minuscolo del passero – mentre io tentavo – già sveglio – di decifrare l’onda dei rami – dall’al di là del terrazzo. – Non fu solo il labirinto arcano di quella stanza – e neppure il Minotauro chiuso – nel profondo del tuo volto: – rimanemmo come nell’infanzia – nel suo perdono felice – nella sua grazia.

L.

Chorus #1447

Pubblicato: 19 gennaio 2021 in chorus

A sera – è tanto ormai il timore dell’inutile. – A vent’anni – era energia cinetica – sopra le ossa esposte – in qualunque punto del tempo: – la malattia – l’amore – la solitudine – e un’estate e un’altra estate ancora. – Le bandiere – nettissime – dei luoghi di mare. – Gli amici perduti come monete – nichelini caduti – da tasche troppo grandi. – Le domeniche e i platani – e le fontane – e il restare dove si dice del futuro – e io farò – e tu farai – e poi la sera – a disperderci – nel suo buio di case. – Oggi – a sera – è invece il timore dell’inutile: – si posano le mani – sopra le pareti bianche – e il nido dei sentimenti raggela – fra il sottotetto e le persiane.

L.

Chorus #1446

Pubblicato: 18 gennaio 2021 in chorus

Dammi il sereno del silenzio. – Domani – (ancora) – sarà un’altra giornata di rumore – di percussori – alabarde – sofisticati attrezzi di macelleria – compressori – telefoni – semafori – piccioni. – Tu siedimi accanto: – non dire niente – raccogliti i capelli in una coda – così che io senta le vene del tuo collo – come cento bocche mute. – Così che io appaia – nel tuo specchio – come un altro. – Così che io dica – non dicendo – quanto ami il precipizio delle tue spalle. – Cadere e sognare – soltanto – in un gioco di neve lontano. – Tu siedimi accanto: – la banalità delle mani – è il dono più bello di questa notte.

L.