La prossima volta – voglio i sonagli – alle finestre – il tintinno – fra il vetro e la stagione. – Che la porta si apra – e io ritrovi la famiglia delle domeniche felici: – il caos della vita in divenire – il tavolo di marmo – lo zucchero colorato – sparso fra il burro – e il chiasso. – Il novembre delle Renault 4 – dei pullman – della pioggia e delle mani – tenute alte – nelle tue – al sicuro – al sicuro. – Che tutto sappia di portoni – terrazzi – gerani – drappi strozzati nel buio di lunghi corridoi – che tutto non sia – queste parole scarafaggio – che risalgono i muri della Storia. – Dunque – spalanca – a mezzogiorno – la larga scala – l’umido ferroso del corrimano – fammi saltare – a due a due – i gradini – con quell’incoscienza che non sa. – La prossima volta – assicurami – da adulto – il giro delle stanze – dove la morte ancora tace – come un tarlo – dentro l’altissimo sole di luglio.
L.