E’ arrivata l’ora – (la conosci) – in cui non ho sembianza alcuna – e mi disincarno – finalmente – e aggiungo un sospiro – a un frullo d’aria – domato dagli angoli di casa. – E’ l’ora rara – il balzo nell’ignoto – il martello e il legno – nelle domeniche di lavoro – sull’enorme luce – dell’incipiente primavera. – Il garbo che ha la parola – il passaggio terreno – che frantuma il dolore – che mi squarcia il petto – con una minuziosa – scriminatura – di rosa. – Eccomi – divelto – dal mio corpo malato. – Eccomi – nel mio stesso Kaddish – cantato. – Eccomi – nel tuo corpo – come una balza di nuovo sangue – uno spirito che dorme sulla tua fronte – figlio di ogni cosa – libero – e amato.
L.