Cos’altro hai smarrito, inverno. Quali altre attese non riesci a soddisfare. Il tuo giovane volto muore sotto la nuova foglia. Il cielo è una trina di rami. Un artificio la vita che muta sta nelle case. Pare che ogni cosa sia in ascolto. La folla così come il gatto solitario. Le strette scale che trovasti sui laghi già sul finire di ottobre. Le panchine. Il rincorrere grazioso di una girandola. Non è con ghirlande di neve che m’abbagli. Sei trafitto dal sole. Portato in trionfo dagli uccelli. Fra poco s’apriranno le conchiglie degli amori. Cos’altro puoi fare. Il tuo ardore è già nebbia e follìa. La tua ritirata riempie gli scoli d’acqua. Svuota di ghiaccio l’angusta speranza. Fa delle mani, fiumi. Fa dell’uomo terra fiorita e assolato sepolcro.
L.