Quarta pubblicazione, questa volta con Eretica Edizioni, per la loro prestigiosa collana di poesia “Quaderni Di Poesia”, caratterizzata da un colore rosso vivo e da una copertina che ricorda le “bianchine” di Einaudi. Il libro è disponibile sul sito di Eretica, con spedizione gratuita e scontato, e dal 12 dicembre 2023, in tutti gli store on line e nelle librerie.

https://amzn.eu/d/bAHRa96

https://www.ereticaedizioni.it/prodotto/luca-mazzocchi-il-minimo-del-mondo/

“Fare poesia è accorgersi delle minuzie della vita, delle cose che spesso stanno in disparte, sbracciandosi appena per farsi notare, nella loro solitudine garbata. “Il Minimo Del Mondo” si occupa di loro, cercando di dare dignità a uno sguardo, a un gesto, a un camminare o a un’assenza. Invita proprio all’accorgersi, fra il feroce rumore di fondo, di quest’altro mondo silenzioso che tanto può dare alla nostra esistenza, spesso faticosa e distratta. E’, d’altro canto, il lavoro profondamente umano che la poesia, oggi, dovrebbe sempre riuscire a fare.”

F_NHBLeWwAA4RT6

Chorus #2216

Pubblicato: 27 aprile 2024 in chorus

Ansima come un pendolo – ticchettando – la stufa ancora – e di grazia – s’accomiatano nuvole bianche – spargendosi in – un baratro d’azzurro: – il lungo ponte dei mesi – è sopra di me – le larghe campate dei giorni – mi tolgono luce – la terra sgorga dall’abisso – dentro cui ho riposato. – L’aria stenta a farsi più calda – le risate dei ragazzi – muoiono dietro i vetri – le mani quelle no – le mani s’arricciano nei grembi – nuovi nidi – per le giovani rondini.

L.

Chorus #2215

Pubblicato: 26 aprile 2024 in chorus

Si straccia l’eterno – in un’arguzia di mani – che a due a due – fanno e disfanno – le ombre sul viso: – i promontori delle carezze – l’onda curva dello sfiorare – il pizzicare come piccoli becchi – gli angoli remoti degli occhi. – Catarsi di gioia – entro cui il tempo – smarrisce il suo disossare. – Dove s’indolora il giorno – ecco le dita a suturare – ago e filo d’un tempo d’amore – ago e filo nel crepuscolo serale. – Tanto è triste – questo restare – tanto è gloria e sorriso – il tuo dolcissimo solleticare.

L.

Chorus #2214

Pubblicato: 25 aprile 2024 in chorus

A volte il tuo silenzio – ha un peso specifico maggiore – (come ora) – e cade più a fondo – una pietra dentro a un pozzo – un albero abbattuto – una bocca che dice addio: – il tuo silenzio può essere estremo – (raramente, è vero) – ma quando si addensa – come il caldo e il freddo – esso mi tiene qui – come un ceppo. – Eppure oggi è stata una giornata di festa – ma questa poesia – non parla di antifascismo – (lo sai quanto ci tengo) – ma parla di amore – parla di te – e parla di solitudine. – I fascisti perderanno sempre – noi due abbiamo già perso – da un bel po’.

L.

Chorus #2213

Pubblicato: 22 aprile 2024 in chorus

Le lunghe tende bianche saranno messe via – ripiegate con cura nel cassetto – insieme ai guanti – alla sciarpa – alle cravatte – ai fazzoletti a pois: – quasi tutto – ha una filigrana d’addio – un tempo esatto – in cui terminare il suo compito. – Ci sono poi – le sbavature dei corpi – l’alto lignaggio del volersi bene – il mordersi il ventre – il non cedere all’oblìo: – questo è il malinconico destino che ci attende – la cocciuta diaspora del cuore – che chiede sempre dove sei – ad ogni corpo incontrato – dove sei dove sei – stupido cane addomesticato.

L.

Chorus #2212

Pubblicato: 21 aprile 2024 in chorus

Di vortice in vortice – il cielo rinchiude di noi – la trasparenza dei volti – il camminare – l’anteporre le mani – all’ora che passa: – è ben strano Dio – o il suo ricordo – che getta reti nere – sopra tutto l’orizzonte! – Flebile la pioggia – ha dissacrato – l’ostia delle tue labbra. – Ingordo il Creato – lassù capovolto – è spiga di grano. – Poca roba e restiamo – il parco è allagato – sospira a zonzo – l’ultimo cane lunare – abbaia e abbaia – fra la scorza del cemento – e del tremare.

L.

Chorus #2211

Pubblicato: 20 aprile 2024 in chorus

E’ come prepararsi a un tuffo: – l’altitudine – il vento – l’increspatura dell’acqua – la luce. – Muovere a destra e a sinistra la testa – per dipanare la tensione muscolare – che attanaglia le spalle – fino all’istmo delle mani. – Un solido esercizio ginnico – per riportare il corpo – a una normale posizione d’attesa: – l’orizzonte fermo – la strada vuota – le case bianche e rosse – come grandi pesci morti. – E poi il salto – la libertà – lo spostamento d’aria – che dice e non dice del tuffo – la riuscita – o l’oblìo.

L.

Chorus #2210

Pubblicato: 19 aprile 2024 in chorus

Spesso sto bene senza di te – che vivere è anche non accorgersi – minime dimenticanze – pietrisco di strade – uova all’occhio di bue – bottiglie di buon vino – semplici escamotage – per non avere freddo. – Quindi devo dire che non mi manchi – anche se baro con idiozie e cotillons – o mi estenuo di mal di stomaco – pungenti lapsus – blister di pastiglie ignobili – che decodificano i giorni – molto più della tua presenza. – Poi eccoti qui – col tuo piede sul mio cuore – e allora – come altre volte mi arrendo – e ti baciamo la caviglia – un po’ io – e un po’ la luce che filtra.

L.

Chorus #2209

Pubblicato: 15 aprile 2024 in chorus

Sdraiati sull’unico prato – già malato d’ottobre – v’era nell’addensarsi forse – d’un temporale – un’amalgama di luce – puntellata di uccelli – una pasta frolla di cielo – in alto – là in alto – sopra le nostre bocche spalancate – che non dicevano niente – e a parlare erano – solo i nostri corpi – con un abc di nocche – e di fianchi – e di piedi nudi – e di risonanze spastiche di gole – e noi sdraiati sdraiati – come fossimo terra dentro la terra – per sempre terra – dentro alla terra.

L.

Chorus #2208

Pubblicato: 14 aprile 2024 in chorus

Perdura questo vivere d’insetto – questo girare intorno – a una goccia d’acqua – la vita e la morte relegate – a una specie di grazia divina – che sia a giudizio di un Cristo – o di un dito premuto con accidia: – non sono più niente – scaglia di tenebra – millepiedi su una parete bianca – rizzo il capo – alle minuscole cose di casa. – D’attorno – il fracasso – di chi ha ancora speranza – e l’umido – l’umido di Aprile – che scivola sotto le porte – come fosse cielo caduto in disgrazia.

L.

Chorus #2207

Pubblicato: 13 aprile 2024 in chorus

Le nostre mani – l’avorio dei nostri corpi – la calma pacifica dell’ultima luce – la tenerezza di restare soggiogati – sotto il vitigno del casolare – il cane felice attorno – e la dolce collina al sole: – oh, tutto questo – oggi passa per l’imbuto dell’odio – oggi stinge in un gorgo – e di noi niente più – che inesattezza di petti – distanze di nocche – rari privilegi di cieli azzurri – nella luce lenticolare della guerra – che spezza di noi la gioia – in due pallide figure di morte.

L.