Ho malinconìa delle cose a venire, se mai verranno. Già m’immagino gli autunni. Le fredde sere di novembre. Ora che l’estate è una mezza finestra aperta su un cielo terso, ora che la luna giace fredda sul marmo della notte. Ho come una felicità trattenuta, che muore in gola, ricordando il futuro che ci aspetta. Quel divenire delle cose, quel cambiamento che muta i nostri sguardi mentre ci avviciniamo a ottobre. Quella tua voce distante. Tutte quelle scale in settembre. Quei viali, quelle strade che divampano. Ho uno sguardo che sa di cose già viste, occhi dentro altri occhi. Ho davvero ricordi di un’assenza di te nella futura neve che cade, che cade.
L.