Il ricordo mi estenua. L’arrossarsi fra la neve, la scheggia del legno, i volti. Ricordare è una fragilità delle ossa. Un’osteoporosi dei sentimenti. Una necrosi del sangue. Una fiamma in un campo di battaglia. La fatica del reale che si spegne come una campana a tarda ora. Un ritorno alle case per i consueti gesti. Un buco nell’amore suturato dal tuo sguardo. Oh, tutto quel peso dei finiti giorni. Tutti quei temporali, quei prati morbidi sotto il calore delle mani. E’ ormai un gioco con l’illusione, attraverso il gelo delle porte. Uno sfinimento di gesti come a nutrire animali. Un pasto tardo nel tuo vestito per la pioggia. Un corpo che tende alla polvere invece che al sole. Una folla nel buio che ama la tua stanchezza. Un urlo come di sirena prima della caduta. Un lungo sonno.
L.