Ancora una volta – nello sbrecciarsi degli uomini – dentro il sisma del buio – ancora una volta – mi spezzo come un ramo – e vado per talea – a diventare altro – un mistero di radici – un capolino d’albero – appena vivo per una notte. – In certe ore – non abitiamo un solo corpo – e nella tosse notturna – il feto degli arti ricurvi – incuba un’altra vita – breve e incessante. – Poi nel mezzo del domani – tutto si dispone – come fa al solito la vita: – strade statali e campi – sole e pioggia – amori e disamori; – oh, ancora una volta – si riannoda il corpo solito – ricalcificato.
L.