Quanta vita – si muove infelice e altra – sotto il rumore delle nostre braccia – nell’affogo del cuore nel petto – nella delizia perfetta dei ginocchi? – Non sappiamo – di quest’altri mondi – di questi terremoti nervosi – che mi fanno dire di te – poche cose – come se ti vedessi navigare via – su un placido mare. – Oh questo cranio bizzoso – che la notte trafuga di me la carne – gettandola nelle gole dei sogni! – Che resta – dopo il pasto? – L’onirico amarti – agita il mio corpo mortale. – Il vento muove la lunga tenda bianca – dentro e fuori la spalancata finestra – dentro e fuori di me – lo scheletro danza – in un altro.
L.