Archivio per ottobre, 2011

Chorus #42

Pubblicato: 30 ottobre 2011 in chorus

Certi angoli segreti hanno i segni della gramigna e dell’abbandono. Nel calmo pomeriggio si nutrono di sole e ombra. Nascondono le mani dietro alle porte chiuse. S’aprono al suono dei tuoi passi nelle lunghe domeniche prima della vita, fra gli zuccheri e i pianti assordanti delle vie. I voli dei soprabiti, gli strilli degli ombrelli, la curva morte delle luci negli aperti spazi deglli autunni lontani. Non è che la tua bocca assente, il segreto. La parola, l’architettura. Il suono, lo snodo. Il castigo del silenzio è una fiamma consumata dal buio. Il tuo corpo svanisce, teso come un vento fra ieri, domani e gli angoli segreti delle nostre future sconfitte. Non nasceremo ancora che dal caos, dai diluvi e dalla geometrìa della speranza.

L.

Chorus #41

Pubblicato: 27 ottobre 2011 in chorus

La tua poesia non verrà capita mai – hanno voglia di cuore, amore, fiori e ancora amore, di cieli azzurri, spiagge, tramonti, baci, tenerezze, mani, anelli, luna, e ancora luna, grossa, gialla, piena, mezza, stelle, violente stelle bianche, estati, caldo, granchi, gambe, lunghe brune gambe, buio, notti, amore, amore, profumi, gelati, neve, ghiaccio rosa, foglie, passi, passi, passi, schiaffi, mare, amare, cose, occhi, azzurri occhi e ancora bocche, rosse, nocche, dita mozze e amore, notte, amore che trabocchi, erba fra i sassi, cazzi – la tua poesia non verrà capita mai – Jack fottuto Kerouac.

L.

Chorus #40

Pubblicato: 23 ottobre 2011 in chorus

Pomeriggi in cui si malediva la sera che scendeva, la luce gialla delle lampade, il profumo della creta e dell’argilla. Il caldo dei forni e il profumo degli smalti. Si benediva la neve, l’arroganza dei giorni, gli angoli dei prati e il gioco magico della resina. E gli spiriti, ricordi, la caccia agli spiriti nella terra dissolta degli anni, smunti, scavati nelle colonne fra il muschio e i santi sepolcri delle stanze. Era un mondo appoggiato sulle nostre piccole spalle. Che ci resta, amico, che resta nei risvegli, in questi fiori che muoiono, nelle porte chiuse alla curiosità dei bimbi, di pallide gambe pendenti come rami dai coppi rossi dell’infanzia. Oggi mi limito agli angoli, ad una povera luce. A questa specie di felicità che si nutre di dolore e di assenza. Non rimane nemmeno quel gentile gatto nero che sulla pietra stava, a guardarci crescere. Lo vedi, neppure la forza della voce riesce più a trovarti. Sono già stanco di strade che ormai non trovo più.

L.

Chorus #39

Pubblicato: 23 ottobre 2011 in chorus

Sarà lo stesso silenzio di ogni domenica. Il cielo sarà indeciso fra lunghe strisce di grigio e buchi enormi di luce. Il colore del mattino non vivrà più di qualche istante. La vita sfiorerà i vetri nella solitudine dei letti. E fiori, fiori in trepidante attesa. E schianti di vento nell’agonìa dei platani. E amore che precipita come aeroplani in fiamme. La percussione di un tacco nella via dei santuari. Tutto ciò che non torna finirà in lunghi viali vuoti, nella perfezione verde delle aiuole creperà come un vecchio cane malato. Urla di bestie nel preciso vociare degli uccelli. Fuoco smorto sotto il bianco ansare della tua lontana passione. Grandi falò di giorni bruciano nelle domeniche dell’autunno. Pire annerite dai silenzi, grida di bambini, sui lontani risvegli rimane l’amore con le sue ossa calcinate, glabre, morte.

L.

Chorus #38

Pubblicato: 16 ottobre 2011 in chorus

Sto qui a guardare il sole. Niente di simile a quello dei bambini. Assomiglia ad un polmone malato, un enfisema schiaffato in mezzo all’universo. Un blues di Big Bill Broonzy al tramonto. Un urlo che attraversa la gola di Ginsberg e il tuo lento scoprirti, la mattina. Una voce ubriaca che grida lassù lassù lassù e gli uccelli che grondano come sangue nell’Apocalisse del tuo terrazzo perfetto. Sui tuoi piccoli alberi di limone, sui tuoi perfetti cespugli di fiori, fra il miglio e la casa per le rondini. Delle notti a caccia di stelle, il sole se ne frega. Il sole arrugginisce come un aratro. Marcisce nel vostro bel cielo azzurro. Solleva zolle nella terra incompiuta degli amori. Sputa calore sulle ferite. Fa l’amore coi fiumi che raccolgono cadaveri con grandi mani d’acqua. E’ precipitato all’inizio del tempo e ancora non lo sai, nel tuo lungo morbido sognare.

L.

Chorus #37

Pubblicato: 15 ottobre 2011 in chorus

E’ solo un po’ d’autunno con un incendio da qualche parte. Niente di cui preoccuparsi veramente. Uno scherzo dell’amore, un cane che ha fame e non sopporta più le tue carezze da unghie rosse. Le parole arrivano sempre quando non ci sei: sono sempre imbecilli come i ragazzini degli oratori. S’agitano fra i catechismi e i coltelli a serramanico. Non sono che fiori velenosi nelle braccia di un cieco. Schiamazzi di un affogato, tardo cadavere bianco a pancia molle sul filo dell’acqua. E’ normale che piova dietro le colline, nei luoghi dove precipita la luna, ogni mattina. Nei larghi spazi bianchi del tuo sorriso cresceranno le croci degli eserciti, in coordinata fila, sotto i tamburi di grandi foglie morte. Amore che bruci, in silenzio.

L.

Chorus #36

Pubblicato: 8 ottobre 2011 in chorus

Ti accarezzo la testa come a un gatto nel buio caldo dell’estate e giù la disperazione delle strade e il groviglio verde degli alberi e i giardini che sanno di cani e magnolie larghe bianche magnolie e bottiglie rotte e rimani ancora un po’ nei minuti bianchi della mezzanotte e il viso quel viso affondato nelle larghe braccia dei tuoi capelli e scarti di luce sui pavimenti lunari del tuo sonno e rimango rivolto a Dio come una preghiera nel lasciare l’impronta profana di un abbraccio e Jack Kerouac è morto amore e amore il desiderio delle tue gambe è una culla dove non rinascere mai più e pioggia lontana pioggia e amaro viaggio di Ti Jean e la tua soffice risata nel sole.

L.

Chorus #35

Pubblicato: 7 ottobre 2011 in chorus

Ho voglia di tempesta. Una diga di nubi che cede nei neri neri spazi. Un dilagare di slabbrati venti. Un quieto tonfo di vetri nelle mani cieche dei ripari. Un morire di antenne. Lo sbando degli stormi. Il tuo svegliarti nella notte nella miseria dei tuoi sogni. E la calma marcia dell’uragano. Il coltello affilato del lampo. Trema la terra fin sulla tela del ragno. Si capovolge il tuo tenero capo nella spirale rossa della solitudine. Il wooooosh della pioggia. Il canto dell’autunno nella parata delle foglie. La tua pallida morte nelle ganasce dell’alba. Il sole stanco, stremato, nei rimbalzi su verso il cielo. Ho voglia di tempesta, sull’arcolaio antico della vita. Lunga crepa di passioni, nei filatoi vuoti della tua esistenza.

L.

Walt Whitman’s Blues

Pubblicato: 4 ottobre 2011 in Blues

Non è rimasto nulla Walt Whitman della tua lunga barba & foreste & America & strade & poesia che era un canto & uccelli & nulla che rispecchi il grido dei motori & l’afa continua delle onde che richiamano energìa dagli oceani & Walt Whitman & supermercati di Ginsberg & divorato come yogurt scaduto nei perfetti scaffali  della catena alimentare della letteratura & America morta & sconfitta & tamburi di grandi guerre in perfette divise sotto un sole caldo & giaci sotto un prato qualunque & grasse oche selvagge a scorazzare sui cimiteri d’alluminio d’America & pallidi unti inutili fantasmi & ponti di Wall Street & Walt Whitman nel tuo doppiopetto & una luna rossa stanca sui moli di Long Island & sputi & decadenza & l’incubo nero di migrazioni in paludi di stelle & Walt Whitman che canta nelle notti di Lester Young & jazz.

L.

Chorus #34

Pubblicato: 1 ottobre 2011 in chorus

Semplicemente ci sono corridoi e luci. E finestre, tutte uguali. Una lunga processione di finestre accese e spente e gerani pendenti come cadaveri appesi dopo una rivoluzione e  qualche altro tipo di fiore, mentre qualcuno muore di cancro, di solitudine o semplicemente perchè tanto non ce la fa più, non gli suona più nessuno, nemmeno quelli della pubblicità, nemmeno i postini, nemmeno i santi precipitati come falene in fiamme. Semplicemente ci sono argini di sassi e erba matta e tombini e sabbia e silenzi nelle gole scure dei portoni e luce di lago sullo sfondo di nere donne in nere calze in luminosi giorni. Tintinnano le tasche svuotate degli occhi nelle risate curiose dei bambini. Nessuno saprà, dietro le triple mandate della serratura della notte, quale enorme omicidio l’amore compie. Nel tuo ventre sanguina l’urlo di una città intera. Domani tutto sarà fiorito come la Primavera nei cimiteri. Un sussurro, dormi dormi riposa, fa madre anche il buio più feroce.

L.