Certi angoli segreti hanno i segni della gramigna e dell’abbandono. Nel calmo pomeriggio si nutrono di sole e ombra. Nascondono le mani dietro alle porte chiuse. S’aprono al suono dei tuoi passi nelle lunghe domeniche prima della vita, fra gli zuccheri e i pianti assordanti delle vie. I voli dei soprabiti, gli strilli degli ombrelli, la curva morte delle luci negli aperti spazi deglli autunni lontani. Non è che la tua bocca assente, il segreto. La parola, l’architettura. Il suono, lo snodo. Il castigo del silenzio è una fiamma consumata dal buio. Il tuo corpo svanisce, teso come un vento fra ieri, domani e gli angoli segreti delle nostre future sconfitte. Non nasceremo ancora che dal caos, dai diluvi e dalla geometrìa della speranza.
L.