Archivio per dicembre, 2011

Chorus #53

Pubblicato: 31 dicembre 2011 in chorus

Son qui che ascolto Mingus e mi torna il tuo viso, violento come quella sera calda d’estate. Quell’attimo, quell’onda di stanchezza, di sbuffo tenero, nelle luci basse del locale. Fuori cominciò a piovere. I tuoi capelli come uno scialle, come una corda di Mingus percossa dall’eternità, come un vulcano assopito nella terra, addormentato nei fiumi teneri e caldi delle vene mani azzurre e bianche della tua misteriosa pallida tristezza. Il tremare dei gradini nelle dolci scale morenti, fra il metallo e i coni gelato e l’astratto be bop dei lunghi passi. Distanze, distanze, distanze. Quello scivolare ansante delle stelle, quella fatica d’universo. Il bum sicuro di un tamburo. Ma quel tuo viso, quella sera, è un tormento, l’iride in cui perdersi. Un attimo in cui lasciare la vita morire, per riprenderla domani.

L.

Chorus #52

Pubblicato: 18 dicembre 2011 in chorus

Mi chiedo come resti stasera, agganciata nei sorrisi o nelle luci, in quel traffico di niente che son le strade nella pulsione del Natale. Nei grugniti dei motori cascano i morsi delle stelle, dei festoni, della folla che saluta, che regala, e tu, sotto, nell’esplosione dei polpacci, muta, azzurra, bella pelle, bell’amore, nei silenzi bianchi dei minuti. Stanchi passi, ormai perduti. Giallo chiaro nelle pieghe delle nuvole. E ti abbassi sugli amori, nella delizia dei fragori, e balli balli e canti canti sulla morbida veduta, nel freddo sconcio dei tuoi fiori. E’ vano poi riempirsi il cuore nel genocidio delle ore. Scalza assenza nella fredda casa della vita.

L.

Attraverso vivo i tuoi occhi…

Pubblicato: 14 dicembre 2011 in Poesia

Attraverso vivo i tuoi occhi
e la memoria s’ingravida di luce –

non ricordo più
lo sciogliersi
nel pianto
sotto gli archi scuri
dei rintocchi –

nulla
dei giochi
delle mani
e l’aperta terra tua
come zolla
m’è distante
infinitamente
brulla –

Attraverso
vivo
i tuoi occhi
e tutto
s’ingravida
di
luce.

Chorus #51

Pubblicato: 11 dicembre 2011 in chorus

La luce e il buio s’aprono al gentile vociare della chiesa. Gli assordanti martelli della speranza percuotono gli ottoni pesanti del tuo tenero passo. La trama scura dei soprabiti, il rosso delle gonne e i cenacoli nei bisbigli dell’ora tarda. Guardiamo giù, le luci, il mare nero che alza rena di morte, getta amanti nelle cave d’osso delle strade e scintille d’abbagli nell’immobile pianura. Cosa resta delle attese del Natale. Disumana la distanza che ci lega nell’assenza. In un angolo un fiore resiste. E sulle scale affonda il suo guaìto un cane. Erano altri assedi, secoli fa, altri eserciti. Ora è un crepare dignitoso, nell’attesa di niente.

L.

Chorus #50

Pubblicato: 9 dicembre 2011 in chorus

Mi sento più solo quando non ho le parole attorno che quando non ci sei. Sai, quel tremare che fanno le mani nel caldo scuro delle notti & laggiù la tua piccola luce di casa nel centro infinito dell’universo & Cassiopea & quel gioco che si fa nei prati negli agosti andati & finiti & spenti come sigarette – una via l’altra – una via l’altra – & rincorse & dove sei? & ci sono cesti di ciliegie & parole & sulle primavere nevica. L’amore è esausto. Stringe i pugni & li agita sulle verande & sui lungomare sbiancati dal vento & sui profumi & sui frutti & su quei volti che eravamo nella luce del sole. Mi aspetto che si sospenda la vita, come albero abbattuto dal vento & noi, morti.

L.

Chorus #49

Pubblicato: 3 dicembre 2011 in chorus

Questi alberi sono solo lo sfogo malinconico della terra in autunno. Onde di calda disperazione sotto i roghi delle pianure, nella luce bianca delle montagne, nel pallido ocra della nebbia, nelle squisite luci delle foglie che rimangono. C’è il silenzio dei passi, il rovesciarsi nero della notte nell’imbuto aperto dei tuoi occhi, il violento imbrunire del tuo collo fra collane e collane di tramonti. E’ una disperazione di giorni, sai, un lento appassire di lunghi fari d’automobili riflessi sui tuoi muri abituati ai fiori. Un cercarsi nel buio sotto ali colme di pioggia. Una finestra e il singhiozzo delle radici che attendono la neve come un bimbo il Natale.

L.